Doccia fredda per i titolari francesi, che con ogni probabilità dovranno attendere il 2023 perché scattino le disposizioni della convenzione che autorizzano le farmacie a prescrivere e somministrare i vaccini per influenza, difterite, tetano, poliomielite, pertosse, papillomavirus, pneumococco, meningococco, epatite e rabbia.
La previsione, come scrive il Quotidien du pharmacien, arriva direttamente dai sindacati di categoria: le misure attuative dell’accordo nazionale andranno concordate entro il primo ottobre prossimo, quindi sulla carta i farmacisti potrebbero cominciare a vaccinare da quella data. Ma per Philippe Besset, presidente della Fspf, è difficile che si possa partire prima del gennaio 2023. «Mancano i provvedimenti di dettaglio» spiega «in particolare occorre che la Plfss (Projet de loi de financement de la Sécurité sociale, la Legge che annualmente determina il finanziamento della sanità pubblica, ndr) autorizzi i farmacisti a tariffare la prescrizione dei vaccini». E poiché la Plfss viene approvata a fine anno per il successivo, difficile si possa partire prima del 2023.
Incerta anche l’entrata in vigore degli aumenti tariffari concessi dalla convenzione: il compenso per vaccinazione sale a 7,50 euro iva inclusa (se la prescrizione è di un altro operatore sanitario o il vaccino non richiede ricetta), ma per l’applicazione occorre prima un’intesa con il ministero della Salute ed è difficile che questa arrivi prima di ottobre, dice ancora Besset.
Infine va considerata l’incognita della formazione: i farmacisti sono tenuti a conseguirla ma chi già oggi vaccina contro covid o l’influenza è già a posto. Tuttavia, l’Ansm (l’Aifa francese) potrebbe richiedere un aggiornamento specifico sulla prescrizione dei vaccini o sui contenuti scientifici correlati alle vaccinazioni aggiunte dal nuovo contratto.