Dovrebbe essere nota nel giro di tre settimane la decisione del tribunale nel contenzioso aperto dall’Ordine dei farmacisti francesi contro Livmed’s, start up dell’home delivery in attività da circa tre anni. Secondo l’associazione professionale l’azienda sarebbe colpevole di vendita e intermediazione del farmaco, il fondatore – Talek Halimi – smentisce e ricorda che il servizio riceve l’apprezzamento di un numero crescente di francesi, delle farmacie per cui fa recapito e anche delle autorità. E anche del mercato: proprio in questi giorni, infatti, Livmed’s sarebbe in procinto di chiudere una seconda raccolta di fondi da 5 milioni di euro, con Sanofi tra gli investitori.
Secondo quanto riferisce il Quotidien du pharmacien, all’origine del contenzioso ci sarebbe un episodio risalente agli ultimi mesi del 2022: in Provenza una delle farmacie clienti di Livmed’s riceve un’ispezione dell’Ars (Agence régionale de santé, l’equivalente delle nostre Asl), che invia una relazione al Consiglio regionale dell’Ordine. Hakimi spiega al Quotidien du pharmacien che nel documento l’Agenzia si limita a raccomandare che la farmacia può servirsi di un servizio di home delivery a patto che sia lei a fatturare, proprio ciò che avverrebbe secondo lo stesso imprenditore.
Nelle settimane successive, tuttavia, la start up francese riceve una citazione in giudizio da parte dell’Ordine nazionale dei farmacisti, che l’accusa di condurre un’attività di vendita o intermediazione del farmaco. Livmed’s smentisce categoricamente: «Non vendiamo medicinali, non prendiamo commissioni, non abbiamo inventario e non ci sono ordini. Non facciamo alcun tipo di brokeraggio».
Il 2 marzo si è tenuta la prima udienza, a metà aprile dovrebbe arrivare la decisione finale che l’azienda ritiene potrà essere soltanto favorevole. «Abbiamo una perizia e una relazione dell’ufficiale giudiziario dove si constata che in ogni fase della nostra attività rispettiamo il monopolio della farmacia. Inoltre, l’articolo L.5125-25 del codice della sanità pubblica afferma con chiarezza che l’attività di consegna dei medicinali non rientra nell’esclusiva di cui gode la farmacia».