Dal primo luglio è scattata nelle farmacie francesi la cosiddetta “dispensazione adattata”, che consente al farmacista di consegnare al paziente la giusta quantità del farmaco prescritto in base al suo bisogno specifico. La novità deriva dalla clausola alla convenzione nazionale che Cnam (l’assicurazione sanitaria francese) e Uspo (Unione dei sindacati dei farmacisti) hanno firmato il 12 febbraio scorso: la “dispensazione adattata”, in sostanza, riguarda soltanto i trattamenti nei quali il dosaggio del farmaco può variare in base alle esigenze del paziente e a seconda dei sintomi percepiti. Per esempio, in presenza di una ricetta che prescrive “paracetamolo 500 mg, 1 compressa ogni 6 ore in caso di dolore”, il farmacista può dispensare il numero di confezioni che meglio si adatta alle esigenze del paziente e non la quantità massima.
Non a caso, la clausola convenzionale specifica che la dispensazione adattata mira a rafforzare «il buon uso del farmaco, l’appropriatezza, la lotta agli sprechi e alle malattie iatrogene». Il farmacista, in sostanza, interviene «in conformità con la prescrizione medica», quindi «non si tratta di una modifica o adattamento della prescrizione, né dal punto di vista della durata del trattamento né da quello delle molecole prescritte». E l’adattamento può riguardare soltanto alcune categorie di farmaci, tra i quali antisettici, antiacidi, lassativi, antipiretici, lacrime artificiali e lubrificanti oculari, antireumatici.
Per tale attività le farmacie percepiscono un doppio compenso: dieci centesimi per ogni “dispensazione adattata” registrata sul gestionale e poi, chiuso l’anno, una quota aggiuntiva finanziata con il 45% dei risparmi conseguiti (il 55% va all’assicurazione sanitaria) e ripartita tra le farmacie in proporzione agli “adattamenti” effettuati: sulla carta, questo secondo compenso potrebbe arrivare anche a 3,60 euro per dispensazione.