E’ approdato ieri in Consiglio dei ministri e dovrebbe arrivare domani in Parlamento il disegno di legge del governo francese che impone a sanitari e caregiver la vaccinazione contro covid. Ci sono dentro anche i farmacisti del territorio, che però da ieri hanno scoperto di dover fare i conti anche con un’altra disposizione in via di completamento, quella che limita ai possessori di green pass l’ingresso in locali pubblici, ristoranti, centri commerciali, aerei, treni, pullman di lunga percorrenza e strutture sanitarie (con l’eccezione ovviamente degli hub vaccinali).
In una segnalazione diffusa ieri, La Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) ha espresso preoccupazioni per le ricadute che tale norma potrebbe avere verso le farmacie ubicate all’interno dei centri commerciali. I timori non riguardano tanto i cali di traffico che tali esercizi potrebbero subire, quanto piuttosto i contraccolpi sull’attività vaccinale. «Un paziente che ha già ricevuto la prima dosa in una di queste farmacie e vorrebbe ricevere la seconda dallo stesso farmacista» si chiede David Abenhaim, presidente del circuito Pharmabest, in un servizio del Quotidien du pharmacien «come si deve comportare? Se ci atteniamo alla bozza di legge che sta circolando in queste ore, non potrà entrare nel centro commerciale perché non dispone del pass, che viene rilasciato soltanto alla seconda somministrazione».
Quanto all’obbligo vaccinale per i sanitari, le i9nformazioni di cui dispone la Fspf confermano che la misura colpirà non soltanto i farmacisti titolari e collaboratori, ma anche gli studenti preparatori e gli studenti di farmacia. E forse anche il resto del personale delle farmacie, dagli addetti alle pulizie, ai commessi e magazzinieri. Ma, avverte il sindacato, su quest’ultima estensione ancora non ci sono informazioni certe.