In Francia, la somministrazione dei vaccini contro covid dovrebbe fare leva sui professionisti della sanità più prossimi alla popolazione, quindi medici, farmacisti e infermieri. E’ l’auspicio espresso l’altro ieri dall’Has (Haute autorité de santé, il comitato consultivo per le questioni cliniche e sanitarie) in attesa dei risultati della consultazione pubblica che la stessa Autorità aveva avviato ai primi di novembre per raccogliere pareri e opinioni sull’organizzazione della campagna vaccinale. «Il nostro augurio» ha detto Élisabeth Bouvet, presidente della commissione tecnica per i vaccini della Has «è che il coinvolgimento di queste figure possa essere assicurato nonostante i problemi legati alla conservazione di alcuni dei vaccini in arrivo».
Secondo quanto riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien, l’Autorità ha anche fornito alcune indicazioni sulle fasce di popolazione cui dovrebbe essere indirizzata prioritariamente la vaccinazione. Cinque, in particolare, gli scaglioni proposti: nel primo i degenti delle residenze sanitarie per anziani e lungodegenti (circa 750mila persone) e il personale impiegato con età dai 65 anni in su o comorbilità (altri 100mila individui).
Nella fase successiva, dovrebbero essere vaccinate le persone over 75 e subito a ruota i 65-74enni, con precedenza a coloro che soffrono di comorbilità (15 milioni di persone). Nel terzo scaglione, invece, le persone sopra i 50 anni e a seguire quelle sotto i 50, con comorbilità. Assieme a loro, tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari nonché i lavoratori dei settori essenziali, che saranno definiti dal governo.
La fase 4 riguarderà le persone sotto i 50 anni senza comorbilità ma esposte al virus nel corso del loro lavoro, perché lavorano a contatto con il pubblico o in ambienti dove è difficile mantenere il distanziamento (come strutture psichiatriche, ricoveri per senzatetto e carceri). L’ultimo scaglione comprenderà tutta la popolazione di età superiore ai 18 anni.
