L’anno prossimo la sanità francese punta a recuperare dalla spesa farmaceutica 425 milioni di risparmi, una cifra pari a cinque volte l’obiettivo di quest’anno (85 milioni). A tal fine, “l’assurance-maladie” ha messo a punto un programma di interventi (per ora diffuso soltanto in bozza) che include 30 proposte, diverse delle quali riguardano le farmacie.
Per cominciare, viene annunciata l’intenzione di intensificare la sostituzione dei biosimilari, con la quale si possono conseguire importanti economie. A tal fine, la misura sulla quale si lavora è quella di associare alla confezione del biosimilare il dispositivo necessario alla somministrazione, per esempio una siringa in caso di farmaco iniettabile, e consigliare ai medici che prescrivano questa versione (anche quando il farmaco biologico di riferimento ottiene una nuova indicazione). Secondo il Quotidien du pharmacien, tuttavia, i sindacati delle farmacie sono perplessi, perché ancora aspettano dall’Ansm (l’Aifa francese) la lista dei biosimilari sostituibili.
Tra gli interventi anche la lotta alle truffe, dalla quale si spera di recuperare l’anno prossimo 35 milioni di euro. Per riuscirci, l’assicurazione sanitaria intende aumentare l’utilizzo della carta Vitale, l’equivalente della nostra Tessera sanitaria, che dovrebbe rendere più difficili le frodi: in sostanza, a ogni acquisto (anche di farmaci soggetti a copertura indiretta, cioè pagati dall’assistito e poi messi a rimborso) occorrerà mostrare in farmacia la propria carta sanitaria».
Tra le altre proposte, quella che più preoccupa le farmacie riguarda la richiesta che le industrie farmaceutiche restituiscano all’assurance-maladie la differenza tra le quote di ricarico riconosciute a distributori e farmacisti titolari sui prezzi al pubblico e quelle calcolate sul prezzo di rimborso. In sintesi: dal 2013 in Francia vige sui farmaci innovativi un sistema di doppio prezzo, uno di listino che vale per il mercato privato e l’esportazione parallela e uno (confidenziale) che fissa il rimborso da parte dell’assicurazione sanitaria. L’obiettivo, in sintesi, è di fare in modo che i margini a grossisti e farmacisti siano parametrati sul prezzo di rimborso (e non su quello al pubblico), cosa che consentirebbe di recuperare circa 150 milioni. L’assicurazione sanitaria chiede questi soldi all’industria, ma il timore delle farmacie è che poi le aziende vengano a chiederli a loro.