Precoce, protratta e severa. È la stagione influenzale 2022-2023 secondo il primo bilancio tirato dalle autorità sanitarie francesi a un mese circa dalla fine dell’epidemia, chiusa ufficialmente il 20 aprile scorso. La stagione, dicono i dati, ha avuto il suo picco principale alla fine di dicembre, e ha mostrato una durata particolarmente lunga con due successive ondate, la prima dovuta principalmente al virus di tipo A (H3N2) a dicembre e poi una ripresa a febbraio con B/Victoria.
La rete di sorveglianza ha registrato in totale 2,1 milioni di visite dal medico generalista per sindromi simil-influenzali, un volume di attività tutto sommato contenuto. A subire l’impatto princiale è stata invece l’assistenza ospedaliera, con oltre 110mila visite al pronto soccorso per influenza o sindromi simil-influenzale (il 44% ha riguardato 15-64enni, tradizionalmente risparmiati) e 15mila ricoveri (il 23% ha riguardato 15- 64enni). Complessivamente le sindromi simil-influenzali sono all’origine del 14% degli accessi al Pronto soccorso, il valore più elevato dal 2014.
L’impatto sulla mortalità è stato da moderato ad alto: l’1% (1.505) dei decessi dichiarati nella Francia continentale vede l’influenza come la causa principale o una delle concause, con un picco del 4,5% nel dicembre 2022. Anche in questo caso, i valori sono superiori alle medie delle precedenti epidemie influenzali.
Dei 1.505 decessi, 14 avevano meno di 15 anni, 167 avevano un’età compresa tra 15 e 64 anni e 1.324 avevano 65 anni o più. La gravità dell’epidemia di quest’anno può essere spiegata in particolare dalla concomitanza di bronchiolite infantile e covid-19: «Questa co-circolazione di virus respiratori» è il commento di Santé publique France «ha provocato una tripla epidemia su larga scala durante l’inverno 2022-23, provocando una forte tensione nella fornitura di cure».
Le autorità, inoltre, puntano il dito sulla copertura vaccinale ancora insufficiente: tra le fasce a rischio si è vaccinato il 51,5% degli individui, contro il 52,6% del 2022 (l’obiettivo fissato dall’Oms è il 75%): «La vaccinazione e le misure di prevenzione sociale» ricorda Santé publique France «sono sempre gli strumenti più efficaci per proteggersi da queste infezioni e dalle loro complicanze».