Escludere l’omeopatia dalla rimborsabilità potrebbe avere effetti negativi sulle imprese del settore e sull’occupazione. E’ quanto scrive il ministero dell’Economia francese in una lettera di commento alle ultime valutazioni della Has (Haute autorité de santé) sull’efficacia terapeutica dei medicinali omeopatici. Nelle settimane scorse, come si ricorderà, alcuni organi di stampa avevano rivelato che la revisione avviata quest’autunno su oltre 1.200 preparati avrebbe convinto l’Autorità a suggerire l’esclusione di tali farmaci dalla rimborsabilità. L’Has si è rifiutata di confermare o smentire perché la procedura lascia ora alle aziende un mese di tempo per presentare memorie e dossier scientifici, ma le anticipazioni dei giornali hanno comunque convinto il dicastero dell’Economia a prendere carta e penna. Secondo quanto riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien, nella lettera si propongono misure alternative all’eventuale esclusione dalla rimborsabilità, per esempio la riduzione della copertura assicurata dal servizio sanitario (attualmente i farmaci omeopatici sono rimborsati per una quota pari al 30% del prezzo al pubblico).
Intanto prosegue la mobilitazione delle imprese del comparto per convincere il governo a non dare seguito alle proposte della Has. Nei giorni scorsi una delegazione dei sindacati che rappresentano i lavoratori della Boiron si sono presentati all’Eliseo (la residenza del capo dello Stato) con un documento sostenuto dalle firme di duemila dipendenti, nel quale si sostiene che privare l’omeopatia della rimborsabilità è un «controsenso economico» che costringerebbe l’azienda a tagliare della metà i suoi 2.600 posti di lavoro.
Alcuni esperti, scrive la rivista francese, non concordano però con le cifre messe sul tavolo dai sindacati. Frédéric Bizard, economista ed editorialista del quotidiano Le Monde, ha ricordato in un articolo che 900 lavoratori della Boiron hanno più di 55 anni e quindi sono prossimi alla pensione; va quindi data precedenza alla sostenibilità della spesa pubblica e per questo Bizard auspica un intervento della Has che escluda sì l’omeopatia dalla rimborsabilità, ma «senza condannarne l’uso».