Sindacati dei titolari in subbuglio, in Francia, per il decreto pubblicato ieri sulla Gazzetta ufficiale che abbassa da 9,22 a 3,57 euro il compenso riconosciuto alle farmacie per la dispensazione dell’antivirale paxlovid. Come riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien, la disposizione era nell’aria e si spiega con il passaggio del farmaco dalla distribuzione speciale (che obbligava le farmacie a effettuare gli ordini su una piattaforma web messa a disposizione da Pfizer) alla distribuzione ordinaria, attraverso i grossisti della filiera.
«Ci vengono detratti 5,65 euro a confezione soltanto perché non c’è più l’ordinazione online» protesta il presidente dell’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine), Pierre-Olivier Variot «facciamo notare che per la registrazione sulla piattaforma dedicata dei risultati dei test covid e la consegna del referto ai pazienti riceviamo 1,90 euro. Due pesi due misure, a seconda che si faccia o non si faccia. E’ una decisione assunta unilateralmente dall’assicurazione sanitaria che non ha alcuna logica».
Dura anche la reazione della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France): «Rifiutiamo la nuova remunerazione» dichiara il presidente Philippe Besset «se fossimo pagati secondo le regole abituali, riceveremmo circa 36 euro per ogni dispensazione. Con 3,57 euro tasse incluse è meno del 10%, quando lo Stato paga per questo farmaco diverse centinaia di euro. Si tratta di una specialità che richiede un’attenzione particolare a causa delle numerose interazioni, controindicazioni e condizioni d’uso, è inammissibile questa riduzione in un periodo di forte inflazione come l’attuale. Vogliamo che all’antivirale siano applicate le normali tariffe della dispensazione convenzionata».
Ai 3,57 euro del nuovo compenso, ricorda in chiusura il quotidiano francese, si aggiungono gli onorari per ricetta, confezione e – nel caso – per età dell’assistito. Tutte queste voci sono coperte dall’assicurazione malattia.