A causa di covid, il 90% delle farmacie francesi registra un calo degli ingressi e l’86% denuncia contraccolpi negativi sui fatturati. E’ quanto riporta il sondaggio condotto da Pharmed’Insight su un campione di 200 titolari transalpini, intervistati tra il 6 e il 10 aprile scorso. La fotografia che ne risulta mostra una categoria agitata da forti preoccupazioni per il futuro: il 14% dei farmacisti stima cali nel giro d’affari sotto il 10%, il 58% parla di contrazioni tra il 10 e il 30%, il 21% tra il 30 e il 50%, il 7% sopra il 50%.
Più di un terzo dei farmacisti, inoltre, sostiene che il calo si spalma su tutto il mercato della farmacia, ma per il 28% dei titolari a soffrire è soprattutto il comparto della parafarmacia. Inoltre, il 52% degli intervistati dichiara di avere ridotto gli orari di apertura e il 14% prevede di farlo a breve. Il 52% prevede di trasferire crediti o contributi per far fronte al calo delle attività.
Interessanti anche i dati relativi ai servizi l’82% dei farmacisti dice di avere istituito il recapito a domicilio a proprie spese e vorrebbe beneficiare di una compensazione o di una remunerazione . Il 98% delle farmacie riferisce di avere ricevuto maschere protettive, la stragrande maggioranza da scorte statali, ma anche dalle Agenzie sanitarie regionali (l’equivalente delle nostre Asl, dalle aziende e anche da associazioni varie. Il 48%, inoltre, dichiara di avere sperimentato carenze di Plaquenil per i pazienti cronici (uso on label), il 12% indisponibilità di Kaletra e il 34% carenze di azitromicina. Il 12% dei farmacisti ha utilizzato l’esenzione che consente loro di dispensare medicinali riservati alle cure ospedaliere, un protocollo eccezionale che il 51% dei farmacisti vorrebbe vedere continuare oltre la crisi di covid-19.