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Francia: televisita in farmacia, la Corte dei conti promuove ma con riserva

10 Aprile 2025

La Corte dei conti francese ha pubblicato un rapporto sulla televisita (teleconsultation), nel quale emerge con chiarezza l’utilità del servizio quando si avvale dell’assistenza del farmacista, soprattutto nelle aree dove c’è carenza di medici. Tuttavia, lo studio mette in luce anche limiti e criticità, sia sul piano operativo sia su quello economico.

Dopo il boom durante la pandemia, la televisita ha registrato un forte calo: nel 2023 ha rappresentato soltanto il 2,2% dell’attività dei medici di medicina generale. A deludere è soprattutto il profilo dell’utente medio – giovane, urbano e residente per lo più nella regione parigina – che non coincide con i target prioritari: anziani, disabili, pazienti cronici e residenti in territori a bassa densità medica.

Diversa la situazione per le televisite effettuate in farmacia (in Francia telecabine per la consultazione a distanza sono disponibili anche in municipi, centri sociali e supermercati): sebbene rappresentino solo il 7% delle televisite totali (e appena lo 0,2% dell’intero volume di consultazioni mediche), la loro efficacia è evidente nei territori più fragili. «Nel periodo 2019-2023, il 42% delle televisite in farmacia si è svolto in “zones d’intervention prioritaires” (Zip, ovvero aree prioritarie per l’intervento sanitario)» osserva la Corte. In sintesi, la presenza della farmacia può fare la differenza dove l’offerta di cure è carente.

Al giugno 2024, il 28% delle farmacie francesi aveva effettuato almeno un’assistenza a una televisita, con ampie disparità geografiche: meno del 10% nei dipartimenti d’oltremare o nel Finistère, oltre il 50% in aree come la Sarthe, l’Yonne o il Loiret.

Sul fronte tecnologico, la Francia ha installato circa 6.000 postazioni per la televisita (cabine, console, strumenti connessi come stetoscopi, ossimetri, sfigmomanometri e otoscopi), e il 90% di questi dispositivi si trova in farmacia. L’80% delle postazioni è stato fornito da Medadom, attore leader del settore.

Ma quanto è sostenibile il modello? Il primo anno di attivazione del servizio, il farmacista riceve 1.225 euro (iva inclusa) per l’equipaggiamento. Successivamente, i contributi annuali – pari a 350 euro fino al 2022 – sono stati soppressi a marzo 2023. Resta l’indennità per l’assistenza al paziente: 750 euro per 145 televisite annue, oppure 25 euro ogni 5 atti per chi non raggiunge il tetto minimo, pari a una media di 5 euro per televisita.

Nel 2023, il costo medio di una televisita in farmacia è stato di 4 euro (contro i 138 euro del 2020, quando il numero di atti era inferiore e le sovvenzioni più generose). Le farmacie più attive – 1.835 quelle che hanno superato le 145 televisite, con punte di 6.898 atti nella Sarthe – hanno ricevuto in media appena 49 centesimi per prestazione.

Alcune Agenzie regionali per la salute (ARS) sostengono il servizio con fondi propri, per incentivarne lo sviluppo in ambito sperimentale. Non mancano però le ombre: in dipartimenti come il Loiret o gli Yvelines, alcune farmacie avevano cominciato a richiedere un supplemento al paziente (5-7 euro per atto), pratica poi bloccata dall’assicurazione sanitaria nazionale.

In definitiva, il rapporto della Corte dei conti conferma che la televisita in farmacia è un’opportunità concreta per migliorare l’accesso alle cure nei deserti sanitari. Ma la sua efficacia su larga scala dipenderà da una remunerazione più equilibrata e da controlli più efficaci contro le derive.