Sono tremila circa gli operatori della sanità francese che nei giorni scorsi sono stati sospesi dall’incarico per non essersi vaccinati contro covid. Lo ha detto l’altro ieri il ministro della Salute, Olivier Veran, all’emittente radiofonica Rtl: molti di tali provvedimenti, ha spiegato, sono una misura soltanto temporanea e riguardano «principalmente il personale dei servizi di supporto» ma «pochissimi medici». Inoltre, ha assicurato, non ci saranno effetti sulla continuità delle cure perché la platea complessiva dei dipendenti della sanità francese ammonta a 2,7 milioni di operatori. In tutto, ha osservato Veran, si contano in questa fase soltanto qualche dozzina di dimissioni volontarie.
Assistance publique-Hôpitaux de Paris, il principale gruppo ospedaliero francese, ha parlato il 16 settembre di 340 sospensioni impartite finora, mentre dalla stampa locale arrivano notizie di 450 provvedimenti disciplinari all’ospedale universitario di Nizza, 100 a Perpignan, altrettante al centro ospedaliero delle Alpi Meridionali (Briançon-Gap-Sisteron) e all’ospedale psichiatrico di Avignone. Inoltre, sono 76 le sospensioni all’ospedale universitario di Brest, 54 negli ospedali di Champagne-Sud (Troyes), 40 a Cahors, 37 a Saint-Nazaire, 26 ad Angers, circa 40 a Rouen, circa 30 a Pau e Alès. o anche una ventina ad Angoulême.
L’obbligo del vaccino contro covid-19 è entrato in vigore il 15 settembre mercoledì per tutti i professionisti che lavorano in ospedali, case di riposo, badanti liberali, colf, vigili del fuoco, ambulanze. Secondo Public Health France (SpF), che si basa su campioni dell’assicurazione sanitaria, al 12 settembre l’89,3% dei caregiver impiegati nelle residenze sanitarie per anziani aveva ricevuto almeno una dose vaccinale. La legge, approvata dal Parlamento il 5 agosto, specifica che «non può più esercitare l’attività» chi non si vaccina, non è immune per contagio o non ha controindicazioni cliniche alla profilassi.