Più della metà degli anziani ricoverati in casa di cura e quasi un terzo degli over 75 domiciliarizzati assumono in un trimestre almeno un farmaco potenzialmente inappropriato. È quanto rivela uno studio francese condotto da un team di ricercatori dell’Ansm (l’Aifa transalpina) su 274.971 residenti in rsa e 4.893.721 persone di età pari o superiore ai 75 anni non ospedalizzate. L’indagine ha passato al vaglio di 17 indicatori di inappropriatezza ricette e cure relative a un intero trimestre del 2019, ricavati dal database dell’assistenza sanitaria pubblica. Risultato, il 54% degli appartenenti al primo gruppo e il 29% del secondo hanno ricevuto nel periodo considerato almeno un farmaco potenzialmente inappropriato. Tra gli anziani in rsa, le inappropriatezze sono risultate superiori del 33% all’altro gruppo.
In particolare, gli errori più frequenti – sempre tra i pazienti in rsa – hanno riguardato i farmaci anticolinergici e la co-prescrizione di medicinali che agiscono sul sistema nervoso centrale. Tra gli anziani domiciliarizzati, invece, le inappropriatezze prevalenti hanno riguardato benzodiazepine a lunga durata e antinfiammatori non steroidei. In entrambi i gruppi, la probabilità di assumere un farmaco potenzialmente inappropriato era maggiore in caso di politerapie.
Con l’invecchiamento della popolazione, scrivono gli autori nelle conclusioni della ricerca, pubblicata è su Pharmacoepidemiology & Drug Safety, diventa essenziale promuovere e valutare gli interventi nelle strutture sanitarie e nella comunità per ottimizzare le terapie.