Anche in Francia sono arrivate nei giorni scorsi le prime forniture del vaccino AstraZeneca (250mila dosi), ma le trattative tra cassa mutua e farmacie per la remunerazione dell’attività professionale (somministrazioni) e logistica (distribuzione delle fiale ai medici) segnano il passo. E non è bene, perché – come ha detto il primo ministro, Jean Castex – qualche giorno fa – il vaccino AstraZeneca ha condizioni di conservazione meno impegnative e dalla fine di febbraio potrà quindi essere affidato alla distribuzione e somministrazione sul territorio. «Prima saranno forniti ai medici di base» ha spiegato «poi a farmacisti e infermieri».
Servirebbe quindi un’intesa rapida sui compensi, ma la proposta messa sul tavolo venerdì dalla mutua sanitaria non è piaciuta: 6,30 euro a vaccinazione (i medici prendono 9,70 euro) più 5,40 euro per ogni registrazione sulla piattaforma vaccinale pubblica. E 3,45 euro per ogni fiala distribuita agli altri vaccinatori. Ma per Philippe Besset, presidente della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France), la proposta è insufficiente: «Questa non è una vaccinazione antinfluenzale, il farmacista si assume responsabilità ben diverse e l’accoglienza preliminare del paziente è ben più onerosa, c’è un questionario da compilare in anticipo». Il sindacato vuole, inoltre, una remunerazione per la gestione delle scorte di vaccini presso il dispensario.
Ieri in tarda serata c’è stato un secondo incontro, ma – avverte Besset – «non si tratta di un negoziato per un accordo convenzionale, è una concertazione in cui sarà il governo ad avere l’ultima parola». La Fspf poi attende ancora risposte riguardo ai farmacisti del territorio mobilitati nei centri vaccinali: nonostante diverse richieste, ancora non sono arrivate indicazioni sulla remunerazione che verrà riconosciuta loro.