Anche in Francia c’è al momento grande incertezza sul ruolo che le farmacie potranno esercitare nella distribuzione dei primi vaccini covid. In un intervento alla televisione, il capo dello Stato Emmanuel Macron ha parlato di dispensazione ospedaliera ma non ha citato i farmacisti, provocando l’immediata reazione dei sindacati di categoria. «Solo i dottori per il vaccino?» ha twittato ieri sera Philippe Denry, vicepresidente della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) «diciamo le cose come stanno, la farmacia è diffusa capillarmente sul territorio e nella campagna antinfluenzale ha vaccinato ogni giorno centinaia di migliaia di persone».
Più pacato, come riferisce il Quotidien du pharmacien, il commento del presidente della Fspf, Philippe Besset: «Dispiace che non siamo stati citati» osserva «ma in un intervento precedente Macron aveva parlato dei farmcisti e non dei medici, è una questione di equilibrio». Per Besset, in ogni caso, è indubbio che la vaccinazione contro covid passerà dal farmacista, in ospedale come in farmacia. «Il vaccino è un farmaco» ricorda «i farmacisti saranno certamente coinvolti come gli altri professionisti della salute che stanno lottando contro l’epidemia».
Anche per Gilles Bonnefond, presidente dell’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine) la vaccinazione anti-covid deve fare perno sul farmacista del territorio. «Le Rsa che non dispongono di una farmacia interna» ricorda «ospitano il 70% degli anziani che risiedono in queste strutture. Se non vogliamo creare imbottigliamenti, se non vogliamo far fallire la massiccia campagna vaccinale che si prospetta, dovremo fare affidamento sui farmacisti e sugli altri professionisti sanitari». La rete delle farmacie e dei distributori farmaceutici, assicura Bonnefond, hanno tutte le carte in regola per garantire l’approvvigionamento: «Non ha alcun senso inventarsi un nuovo circuito logistico per la distribuzione di questi vaccini».