Dopo lunga gestazione, è stata approvata ieri dal governo tedesco la proposta di legge per il contrasto alle carenze dei farmaci. Le disposizioni sono quelle già annunciate nei mesi scorso, con alcune novità di dettaglio. I farmaci per uso pediatrico vengono esclusi dal prezzo di rimborso e dalle gare di acquisto a prezzi ribassati delle casse mutua. Queste, inoltre, nei contratti di appalto relativi agli antibiotici dovranno tenere in considerazione non soltanto il prezzo ma anche la localizzazione del produttore, in modo da favorire le aziende ubicate nell’Ue. A tale scopo, dice la legge, le assicurazioni sanitarie dovranno bandire gare divise in due lotti, il primo aggiudicato con il tradizionale sistema dell’offerta più bassa, il secondo riservato alle imprese farmaceutiche che dimostrano di avere almeno il 50% della produzione in Europa.
Sui farmaci esclusi dalle gare (pediatrici al momento, ma a breve dovrebbero aggiungersi anche gli oncologici) i produttori possono aumentare il prezzo al pubblico fino al 50% dell’ultimo prezzo contrattato tramite gara con le casse mutua.
Per contrastare tensioni negli approvvigionamenti e colli di bottiglia, inoltre, il Bfarm (l’Aifa tedesca) dovrà istituire un sistema di allerta precoce e dettare alle aziende nuovi obblighi in materia di informazione sulle scorte, in modo da monitorare l’offerta.
Quanto alle farmacie, il testo finale conferma il contestato (dai farmacisti titolari) onorario di 50 centesimi di euro per ogni sostituzione di un farmaco carente (con un altro medicinale dallo stesso principio attivo). L’indisponibilità però non deve più essere certificata dal Bfarm, come previsto in origine: è sufficiente la condizione di irreperibilità del prodotto «in tempi ragionevoli» presso due diversi grossisti “full line”, ai quali l’ultimo testo riconosce la stessa integrazione di 50 centesimi a confezione sostituita.