In Germania riflettori improvvisamente puntati sulla distribuzione geografica delle farmacie. Una distribuzione squilibrata, dato che nel Paese il servizio non si avvale di una programmazione delle sedi e non c’è pianta organica, come in Italia. Per di più, le massicce chiusure degli ultimi anni (che hanno fatto scendere il quorum a 21 farmacie ogni 100mila abitanti, rispetto a una media europea di 32) si sono concentrate principalmente nelle aree rurali, allargando la distanza tra centro e periferie.
La cosa sorprendente è che ad accendere un faro sul problema non sono state né le associazioni dei pazienti né quelle dei farmacisti, ma la Gkv, ossia l’organizzazione nazionale delle assicurazioni sanitarie. In un articolo uscito l’altro ieri sulla testata Rnd, le casse malattia hanno posto la questione in modo molto rude: «Non abbiamo bisogno di undici farmacie a pochi passi da Marienplatz, a Monaco di Baviera» ha scritto Stefanie Stoff-Ahnis, consigliere del direttivo della Gkv «dobbiamo però fare in modo che i pazienti possano trovare una farmacia nelle vicinanze nell’Uckermark, nella Frisia orientale o nell’Hunsrück».
Per ottenerlo, è l’idea della Gkv, si dovrebbe rivedere il sistema di remunerazione delle farmacie (basato sullo stesso sistema misto in vigore in Italia da marzo) in modo da ridurre la quota fissa di 8,35 euro agli esercizi con maggiore fatturato e aumentarla a quelli che servono le aree rurali.
«Le farmacie che forniscono assistenza nelle aree interne» scrive Stoff-Ahnis «meritano una preferenza economica rispetto alle farmacie dei centri urbani più popolosi. Per raggiungere questo obiettivo, le farmacie che sono importanti per l’assistenza delle comunità rurali ma che, a causa della loro ubicazione, dispensano solo un numero limitato di medicinali, dovrebbero ricevere un bonus per la dispensazione».
Stoff-Ahnis, come spiega in un articolo di commento la rivista tedesca Apotheke Adhoc, non ha rivelato di quanto dovrebbe essere ridotta la quota fissa e con quali criteri verrà ridistribuito alle farmacie disagiate il fondo che se ne ricaverebbe.
Come si ricorderà, anche il ministro della Sanità, Karl Lauterbach, ha in cantiere misure per incrementare le sedi farmaceutiche nelle aree rurali. In questo caso però l’idea portante è quella di creare un nuovo modello di farmacia, la cosiddetta farmacia leggera, ossia una parafarmacia (ma senza farmacisti e servita soltanto da assistenti con laurea breve) cui sarebbe preclusa la dispensazione dei farmaci rimborsati e che figurerebbero come “filiali” delle farmacie tradizionali. La proposta di legge, annunciata da mesi, è ancora in cantiere.