Prosegue in Germania la falcidia delle farmacie del territorio, che alla fine del terzo trimestre 2023 toccano il loro minimo storico con 17.733 esercizi in attività. Era dal 1979 che il Paese non contava così poche farmacie, 335 in meno rispetto al dicembre scorso quando i presidi aperti in tutto il Paese erano 18.068. E la tendenza non fa presagire nulla di buono: nei primi nove mesi dell’anno scorso la contrazione si era fermata “solo” a 285 esercizi, cinquanta in meno rispetto al settembre corso.
I dati arrivano dall’Abda, l’associazione nazionale dei farmacisti e delle farmacie tedesche, e l’allarme che ne deriva riguarda soprattutto le cosiddette farmacie “principali” (in Germania ogni titolare può possedere una farmacia capofila e fino a un massimo di tre filiali): in questi nove mesi del 2023 ne sono state chiuse 308, a fronte di appena 27 filiali.
«La pressione economica sulle farmacie è in aumento» ha commentato la presidentessa dell’Abda, Gabriele Regina Overwiening «incidono le difficoltà nelle consegne, la carenza di personale, le retribuzioni inadeguate. Il clima nelle farmacie è estremamente teso, i politici ormai hanno riconosciuto il problema ma non intervengono ancora».
Per l’Abda, il principale colpevole di tale stato di cose è l’attuale ministro della Salute, Karl Lauterbach, i cui progetti legislativi non farebbe altro che peggiorare la situazione. Il sindacato, in particolare, continua a respingere la proposta delle cosiddette farmacie “light”, un nuovo modello di presidio leggero (di fatto una parafarmacia) che i farmacisti titolari potrebbero aprire nelle aree disagiate senza la necessità di alcuna autorizzazione: non farebbero turni, non dispenserebbero farmaci con ricetta e il personale in servizio si limiterebbe ai soli tecnici di farmacia.
Contro questo progetto, l’Abda ha lanciato una serie di manifestazioni che si protrarranno per tutto novembre nelle principali città tedesche. «I farmacisti» ha detto Overwiening alla rivista Apotheke Adhoc «chiedono al governo federale di stabilizzare economicamente le farmacie invece di promuovere un sistema farmaceutico a due livelli con tagli ai servizi».