Denuncia alla polizia un falsario di green pass e finisce per essere bersagliato d’insulti su internet. Accade in Germania, a un farmacista titolare del Baden-Württemberg la cui unica colpa è stata quella di applicare i consigli forniti dalla polizia per prevenire la falsificazione dei certificati covid.
Riferisce il suo caso un articolo della rivista Apotheke Ad Hoc: da tempo, spiega il giornale, le forze dell’ordine avvertono i farmacisti di non rilasciare pass a cuor leggero e verificare sempre con attenzione i documenti di chi fa richiesta. Capita sempre più spesso, infatti, che persone malintenzionate si presentino al banco con carte d’identità falsificate per procurarsi un green pass. Detto fatto, nei giorni scorsi un farmacista si è accorto che un cliente non disponeva di documenti in regola e, dopo averli fotocopiati, ha allertato la polizia e ha trattenuto l’individuo con una scusa. Gli agenti sono arrivati, l’hanno arrestato e poi hanno perquisito il suo domicilio, trovando altro materiale interessante.
La vicenda è finita velocemente sulla stampa e il titolare è finito subito sotto la mira degli anti-vaccinisti. Per cominciare, sulla sua farmacia si è riversata una valanga di recensioni online negative: in quel posto, ha scritto qualcuno «perseguitano chi non si sottomette a misure», nella vecchia Ddr (la Germania orientale del blocco sovietico) «questo farmacista avrebbe lavorato per la Stasi (la polizia segreta comunista, ndr)» e altro ancora.
Al di là dell’episodio specifico, come detto, il fenomeno è sempre più frequente. Apotheke Ad Hoc, per esempio, riferisce di altri episodi: a Rottweil, sempre nel Baden-Württemberg: anche in questo caso il farmacista si è accorto che la carta d’identità era stata alterata e ha chiamato la polizia; a Costanza, in due differenti occasioni, persone con documenti falsi che attestavano la residenza in Svizzera hanno cercato di farsi rilasciare il green pass dalla farmacia; il personale, insospettito dal fatto che non sapessero spiegare perché si erano fatti vaccinare in Germania, hanno rifiutato la richiesta e segnalato i nominativi alle forze dell’ordine.