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Germania, esplode l’affaire mascherine: ancora 800 milioni nei magazzini

26 Giugno 2024

Arriva sul tavolo della commissione Bilancio del Bundestag, il Parlamento federale tedesco, “l’affaire” delle mascherine che da qualche mese sta generando non pochi imbarazzi tanto al governo in carica (che unisce socialisti, verdi e liberali) quanto al precedente, sostenuto da democristiani della Cdu e socialisti. All’origine il rapporto rilasciato la settimana scorsa dalla Commissione per il controllo delle finanze federali (Brh), che ha espresso forti perplessità sulla gestione dei dpi durante la pandemia: nel 2020, in breve, l’allora ministro della Sanità Jens Spahn (Cdu) aveva acquistato dispositivi di protezione per 6,7 miliardi di euro; le mascherine effettivamente acquistate non supererebbero i 5,7 miliardi di pezzi ma quelle effettivamente utilizzate sarebbero appena due miliardi, che scendono a 1,7 se si considerano quelle distribuite nel Paese.

«Non è possibile determinare quante mascherine siano state effettivamente utilizzate e abbiano contribuito a un efficace controllo della pandemia» scrive in particolare la Commissione «un totale di 1,2 miliardi di mascherine protettive sono state distrutte e altri 1,7 miliardi lo saranno a breve». Gli acquisti, continua il rapporto, discendono da appalti banditi in eccesso che hanno comportato costi per 460 milioni di euro e nei magazzini rimangono circa 800 milioni di mascherine ancora utilizzabili per quali tuttavia non ci sono piani per la distribuzione e l’impiego.

Ma c’è di più: attualmente sarebbero all’esame dei tribunali tedeschi un centinaio di causa intentate da aziende alle quali il ministero della Salute aveva ordinato ingenti quantitativi di mascherine ma poi non li aveva pagati. Nella maggior parte dei casi si tratta di importatori che si erano riforniti di questi dpi all’estero e che si erano visti stracciare l’ordine dal Ministero per qualità inadeguata dei prodotti, ma il governo è comunque preoccupato perché le richieste di risarcimento che arrivano da queste cause valgono circa 2,3 miliardi di euro.

L’attuale ministro della Sanità, Karl Lauterbach, al moimento di prendere la guida del dicastero aveva promesso un’indagine completa, ma al momento è tutto fermo. «Stiamo effettuando verifiche, la questione è molto complessa» aveva detto di recente «non disponiamo ancora di tutte le informazioni che ci consentono di avere un quadro preciso».

Nel suo rapporto, la Brh non manca di ricordare il clima di estrema emergenza che regnava in quei primi mesi di pandemia, ma non mancano critiche al modo con cui in quel periodo sono stati gestiti bandi e acquisti. «Il Ministero dovrebbe esaminare criticamente i propri appalti e le misure di follow-up, per sviluppare strategie giuridicamente sicure per le future situazioni di crisi».