Continua a calare, in Germania, il numero delle farmacie in attività: l’ultima rilevazione, a fine giugno, ne ha contate 17.830, per un quorum di poco più di 21 farmacie ogni centomila abitanti (la media in Europa è di 32). Il grido di dolore arriva da Düsseldorf, dove sono in corso i lavori della convention annuale dei farmacisti tedeschi: Claudia Korf, direttore per gli affari economici dell’Abda, l’associazione nazionale di categoria, ha fornito dati a dir poco preoccupanti sullo stato di salute delle farmacie, l’11% delle quali oggi non dispone di un utile operativo con il segno più.
Il problema principale, come noto, è la remunerazione dell’assistenza sanitaria pubblica, invariata nella struttura da circa dieci anni e in perenne calo: oggi, ha detto Korf, le farmacie assorbono il 2,4% della spesa sanitaria pubblica, che spende invece il 19,3% per le prestazioni mediche obbligatorie. Se la remunerazione delle farmacie fosse aumentata in questo anni allo stesso ritmo con cui sono cresciuti i compensi dei medici, è la stima dell’Abda, oggi la quota fissa a confezione sui medicinali rimborsati che percepiscono i farmacisti ammonterebbe a 10 euro, non agli otto che l’assicurazione sanitaria paga ormai da dieci anni. «Non è possibile» ha osservato Korf «che i farmacisti debbano ogni volta rivolgersi alla politica per chiedere un adeguamento delle tariffe».