Dopo avere assicurato per tutta la stagione la reperibilità dei vaccini antinfluenzali nonostante consegne a singhiozzo e momentanee indisponibilità, le farmacie tedesche si trovano ora con i magazzini pieni di dosi prossime alla scadenza. E’ quanto rivela un articolo della rivista Daz.online che fa riferimento alle segnalazioni provenienti dalle associazioni regionali dei farmacisti titolari. Dall’Assia, per esempio, arriva l’allarme dell’Hav per i rischi finanziari che si stanno profilando sul capo delle farmacie: la domanda estremamente bassa di vaccini (ormai le categorie a rischio sono state vaccinate) rende ormai difficile smaltire le rimanenze, senza contare le dosi avanzate dalle confezioni multiple, aperte per la somministrazione in loco.
Allarme anche dall’Avnr del Nord Reno: l’80% delle farmacie della regione federale ha ancora in stock vaccini della stagione 2020-2021, per un valore complessivo di circa 1,2 milioni di euro. E secondo l’associazione dei titolari la situazione non dovrebbe essere diversa nelle altre farmacie della Germania, dove si stima rimanga circa un milione di vaccini per un valore superiore ai 10 milioni di euro. Forniture, sottolinea l’Avnr, che diventeranno inutilizzabili tra poche settimane, quando finirà la stagione influenzale.
Per il presidente del sindacato renano, Thomas Preis, «le consistenti scorte rimaste nelle farmacie dimostrano che i titolari hanno preso molto sul serio il loro compito e hanno acquistato abbondanti scorte di vaccini a proprie spese. Se non servono più, i costi restano sulle loro spalle».
La colpa però, avverte Preis, è anche del Governo, che ha consegnato le ultime forniture in grave ritardo – a dicembre ormai inoltrato – quando la richiesta era ormai declinante. «È quindi inaccettabile» afferma il presidente delle farmacie renane «che ora i costi di quegli acquisti siano scaricati sui farmacisti soltanto perché hanno fatto il loro dovere».
Il rischio d’impresa, è la tesi dei sindacati, dovrebbe essere sostenuto dalle casse malattia (che in Germania erogano l’assistenza sanitaria e farmaceutica), dall’amministrazione statale e dai produttori di vaccini, per i quali di norma non sono previsti resi. In totale, la campagna vaccinale è stata sostenuta con forniture superiori del 30% a quelle dell’anno precedente. Secondo l’Avnr, i primi vaccini per la nuova stagione vaccinale 2021/2022 dovrebbero arrivare da settembre.