Mentre in Italia si registrano i primissimi casi di influenza stagionale (uno a Genova e tre a Bologna, secondo quanto riferisce il quotidiano la Repubblica), dall’Australia arrivano indicazioni non proprio tranquillizzanti sull’andamento dei contagi: nel Paese, come scrive la rivista tedesca Apotheke Adhoc, si contano a oggi quasi 220mila casi confermati, per un tasso sulla popolazione totale dello 0,85%.
Si tratta, dicono gli esperti, della media più elevata degli ultimi cinque anni, a fronte di un tasso di copertura vaccinale che tra gli over 65 arriva al 67% e complessivamente ammonta al 38,5%. Ma per Dietmar Beier, componente della Commissione per le vaccinazioni della Sassonia, è probabile che i contagi effettivi siano da dieci a cento volte di più, dato che la rivelazione si riferisce alle sole infezioni confermate in laboratorio.
La stagione influenzale, spiega il medico, è stata particolarmente forte in Australia nel 2017/18 e nel 2019/20, nel 2018/19 si è rivelata invece mite e nel 2020/21 e 2021/22 la pandemia ha pressoché azzerato i casi. «Non è certo che quest’autunno avremo un’epidemia di influenza altrettanto precoce e pronunciata come in Australia» osserva Beier «ma è abbastanza probabile, quindi dobbiamo essere preparati».
Daniel Furtner, direttore medico nell’azienda di vaccini Seqirus, auspica che nei Paesi europei la campagna vaccinale parta anticipatamente. «Negli ultimi anni i nostri tassi di vaccinazione sono stati significativamente inferiori all’Australia e il sistema immunitario non è più addestrato perché sono saltate due stagioni influenzali».
Tanto Beier quanto Furtner, infine, ritengono positivo il fatto che ora ci siano anche le farmacie a vaccinare: «Le farmacie hanno un’estesa accessibilità» afferma Furtner «e in Australia è consentito da tempo ai farmacisti di vaccinare».