Falsa partenza, in Germania, per la dematerializzazione delle ricette fortemente voluta dal ministro della Sanità Jens Spahn: le prime prescrizioni digitali (in sostanza un Qr code che il medico rilascia al paziente e con cui quest’ultimo si reca in farmacia o lo invia tramite smartphone) avrebbero dovuto cominciare a circolare da ieri; invece la giornata è trascorsa senza che nulla accadesse, mentre sui giornali specializzati esplodeva la polemica.
Come ricorda la rivista Apotheke Ad Hoc, in particolare, quello di ieri è soltanto l’ultimo di una serie di fallimenti che stanno mettendo in serio dubbio la fattibilità della digitalizzazione: inizialmente, il primo luglio doveva essere la data dalla quale tutti i medici avrebbero dovuto prescrivere obbligatoriamente su ricetta elettronica, salvo alcune eccezioni (gli stupefacenti, per esempio); poi, quest’inverno, è stato detto che da questo mese sarebbe partita soltanto una sperimentazione di sei mesi, limitata a 120 farmacie e 50 studi medici della regione brandeburghese (più alcune farmacie online come DocMorris e Shop Apotheke, cosa che aveva suscitato forti proteste tra i farmacisti); quindi, poche settimane fa, nuovo aggiornamento e sperimentazione limitata a una sola farmacia e un medico prescrittore; l’altro ieri, infine, l’annuncio di Gematik (l’equivalente tedesco di Sogei) che il primo luglio non sarebbe stata emessa nessuna “ricetta elettronica zero”, perché la sperimentazione partita ieri prevede soltanto test dell’infrastruttura digitale.
Le giustificazioni addotte da Gematik per motivare il rinvio hanno poi peggiorato la situazione: per la società, era chiaro fin dall’inizio che nella prima fase della sperimentazione non sarebbero state prodotte ricette dematerializzate, ma i giornali di settore hanno contestato l’affermazione: d’accordo, in un anno circolano in Germania 445 milioni di ricette e quindi è giusto che Gematik collaudi il sistema con la massima accuratezza, ma perché allora non si è deciso fin dall’inizio un percorso a tappe lasciando che per qualche tempo ricette digitali e cartacee convivessero insieme, anziché volere a tutti i costi che di punto in bianco le prime sostituissero le seconde?
L’obiezione porta direttamente al ministro Spahn, che gode di fama di decisionista ed è colui che ha voluto imporre a tutti i costi la ricetta digitale e per di più in tempi ristretti, che poi Gematik non è riuscita a rispettare. Anche la pandemia, è il parere di molti, avrebbe dovuto suggerire qualche rivisitazione delle scadenze, ma l’ipotesi non è stata presa neanche in considerazione. E ora, la falsa partenza della sperimentazione rischia di diventare un boomerang per il ministro della Sanità.