Continua a sfilacciarsi, in Baviera, la rete delle farmacie del territorio: nei primi tre mesi di quest’anno, dicono i dati della Bav, l’associazione regionale dei farmacisti, sono spariti 29 esercizi tra nuove aperture e chiusure, che hanno abbassato il totale delle farmacie in attività a 2.853, in pratica i livelli dei primi anni ’80. Tra i motivi delle chiusure, come riporta un articolo della rivista Apotheke Adhoc, spicca l’inadeguatezza della retribuzione. «Le farmacie ricevono una quota fissa su ogni confezione di farmaco con ricetta» spiega il presidente della Bav, Hans-Peter Hubmann «e questa quota è la stessa dal 2013. A febbraio, poi, è stata ridotta la remunerazione sui farmaci rimborsati, nonostante i costi operativi e del personale siano aumentati parecchio».
A causa dell’incertezza economica, continua Hubmann, sempre meno giovani farmacisti hanno voglia di aprire una farmacia. Inoltre, diventa sempre più difficile trovare personale specializzato e dunque offrire servizi e prestazioni aggiuntive.
Per invertire la tendenza, la Bav chiede un aumento della quota fissa da 8,35 a 12 euro, con adeguamento automatico dell’importo agli aumenti dei costi. Questo, sostiene Hubmann, aiuterebbe anche a superare il problema delle carenze, che «sono anche il risultato di anni di politiche di austerità fallite. Le farmacie devono tornare attraenti, per questo abbiamo bisogno che la politica garantisca condizioni quadro stabili».
Per averle, i farmacisti tedeschi scenderanno in sciopero in tutta la Germania il prossimo 14 giugno. Intanto, i dati sulle chiusure appaiono preoccupanti anche a livello nazionale: nei primi tre mesi del 2023 il totale delle farmacie tedesche in attività è calato di 129 unità e si è fermato a 17.939, il livello più basso in oltre quarant’anni.