La piattaforma tedesca Doctolib per la prenotazione online di visite con medici e altri specialisti avrebbe trasmesso per alcuni mesi a Facebook i dati dei pazienti che interrogavano il suo motore di ricerca. A rivelarlo un’inchiesta pubblicata nei giorni scorsi dal quotidiano Der Spiegel e ripresa velocemente dal resto della stampa nazionale: in sostanza, ogni volta che un utente cercava – per esempio – un urologo o uno specialista in vasectomia su Doctolib, la piattaforma trasmetteva la richiesta e altri dati personali al social network, per finalità di marketing.
In una nota l’azienda (che dispone di un sito localizzato con le stesse funzioni anche in Francia) ha spiegato di avere rilasciato le informazioni per tracciare le richieste dei pazienti nell’ambito di una campagna pubblicitaria lanciata a cavallo tra fine 2020 e inizi del 2021: Doctolib, in sostanza, aveva installato sulla sua piattaforma tedesca due “cookie” (stringhe di testo con istruzioni per il browser di navigazione sul web) che monitoravano la risposta degli utenti alla campagna.
Il Gdpr sulla privacy, ha assicurato l’azienda, sarebbe stato rispettato scrupolosamente, perché al visitatore veniva sempre chiesta l’autorizzazione all’invio di tali cookie. Anche se – ammette la piattaforma – non tutti gli utenti comprendono davvero cosa siano i cookie e soprattutto l’autorizzazione può essere rilasciata senza essere costretti a leggere le condizioni.