Sei farmacie sotto indagine a Berlino e otto a Berlino, ma il sospetto è che i numeri siano decisamente maggiori. Potrebbero scatenare uno scandalo di vaste dimensioni le inchieste in corso in diversi stati federali tedeschi a carico di alcune decine di farmacie per traffico illegale di Paxlovid, l’antivirale di Pfzier utilizzato nel trattamento del covid. A puntare i riflettori sulla vicenda un servizio giornalistico condotto congiuntamente dalle reti televisive Ndr e Wdr e dal quotidiano Süddeutsche Zeitung: all’origine un massiccio pacchetto di denunce che il ministero della Salute avrebbe inviato a 25 procure tedesche, che nelle settimane scorse hanno avviato una serie di perquisizioni nelle farmacie coinvolte.
Al dicastero i sospetti erano sorti esattamente un anno fa, nel gennaio 2023, in seguito agli ingenti ordinativi effettuati in precedenza da alcune farmacie e ai numerosi quesiti, ricevuti da alcuni operatori della filiera, riguardo alla possibilità di esportazione di paxlovid. In Germania il farmaco era stato messo a disposizione dei malati direttamente dal governo federale, con fondi propri, e le farmacie erano state autorizzate a dispensarlo territorio esclusivamente ai pazienti forniti di ricetta medica. Secondo l’inchiesta giornalistica, era stato acquistato circa un milione di confezioni, a un prezzo attorno ai 650 euro. Dopo i sospetti di un anno fa, il ministero della Salute aveva limitato le forniture alle farmacie a non più di venti scatole alla volta, 50 alle farmacie ospedaliere.
Sulle indagini, appena avviate, vige il massimo riserbo e dunque mancano numeri precisi anbche sul totale delle farmacie coinvolte. Quel poco che si sa viene da approfondimenti che le tre t4state giornalisitiche hanno ricevuto a livello locale. A Berlino, per esempio, le farmacie coinvolte – e già perquisite – sarebbero al momento sei e i presunti danni ammonterebbero a tre milioni di euro. Il sospetto è che i farmacisti indagati sarebbero riusciti a ordinare qualche migliaio di scatole di paxlovid e le avrebbero esportate o rivendute illegalmente, poiché il farmaco – provenendo da un ordine del governo centrale – non poteva essere né commercializzato (di fatto le farmacie ricevevano soltanto un fee sulla dispensazione) né esportato.
Presunti danni per svariati milioni di euro anche in Baviera, dove invece sono in corso indagini da parte dell’Ufficio centrale per la lotta alle frodi e la corruzione nel sistema sanitario e delle polizie di Monaco, Norimberga, Bayreuth e Ratisbona. Gl investigatori ipotizzano che le farmacie avrebbero rivenduto il Paxlovid a intermediari violando le disposizioni del ministero della Sanità e la normativa nazionale sui farmaci. Nel complesso, il filone d’indagine bavarese riguarderebbe la ridistribuzione o esportazione illegale di circa 2.500 scatole di Paxlovid.
Come spiega la rivista specializzata Daz.online, da lunedì (15 gennaio) Paxlovid è stato reso disponibile nel normale circuito dell’assistenza farmaceutica territoriale (quella cioè coperta dalle assicurazioni sanitarie) a un prezzo al pubblico di 1.149,19 euro.