In Germania nei prossimi cinque anni potrebbero chiudere duemila farmacie del territorio, in particolare nella fascia di fatturato sotto il milione e mezzo di euro. A stimarlo uno studio condotto dalla rivista Awa-Apotheke & Wirtschaft, che ha puntato la lente su ricavi e utili delle farmacie per valutarne sostenibilità e prospettive a medio termine.
In Germania, dice l’analisi, si contano attualmente 2.331 farmacie con un fatturato fino a un milione e mezzo di euro (su un totale di poco più di 18mila). In condizioni normali e con una buona gestione aziendale, questo volume di vendite assicura un utile pari al 6%, ossia circa 90mila euro all’anno. Ciò significa che in media il farmacista titolare si ritrova uno stipendio netto di circa 3.750 euro al mese, meno di quello che guadagna solitamente un farmacista collaboratore o un direttore di farmacia.
Non solo: negli anni, dice la ricerca, livelli di fatturato di questo valore faranno sempre più fatica a sostenere la farmacia, a causa dell’aumento dello sconto sui farmaci rimborsati che i titolari devono alle casse-mutua (non molto diverso dallo sconto Ssn dovuto dalle farmacie italiane), dell’aumento dei costi del personale, dell’inflazione e dei tassi d’interesse in crescita.
Alcune delle farmacie che appartengono a questa fascia, continua la ricerca, riusciranno a sopravvivere perché operano in locali di proprietà (e quindi non hanno costi di affitto), oppure hanno personale inferiore alla media (e il titolare supplisce alle carenze con effetti negativi sulla sua qualità di vita). In ogni caso, resta assodato che la maggior parte delle farmacie di questa fascia rischia di non sopravvivere a lungo. E difficilmente potrà essere venduta: poiché il valore degli utili è inferiore al valore patrimoniale, chi ha fatto investimenti cospicui non sarà più in grado di rifinanziare a lungo termine.