I contagi da omicron volano, i laboratori che erogano test molecolari sono oberati dalle richieste e così anche la Germania si prepara a introdurre nuove regole con cui sfoltire la domanda. Il ministro della Sanità, Karl Lauterbach, ha presentato nei giorni scorsi un progetto di legge che obbliga i laboratori ad analizzare i tamponi Pcr in base a una scala di priorità. Ma – come riferisce un articolo della rivista Daz.online – il testo di fatto fissa un unico discrimine: i campioni provenienti dai dipendenti di ospedali, strutture di degenza, strutture di assistenza e ambulatori vanno processati per primi, un “diritto di precedenza” cui devono attenersi anche le farmacie quando raccolgono i tamponi Pcr e li inviano ai centri di analisi.
La Bdl, cioè l’Associazione nazionale dei medici di laboratorio, ha invece proposto un sistema di priorità su tre livelli: al primo posto le categorie essenziali per il sistema Paese (sanità, polizia, vigili del fuoco eccetera); quindi gli assistiti che hanno bisogno del molecolare in seguito a un alert dell’app “Corona-Warn”, che scatta quando si rimane per più di dieci minuti a meno di un metro da un contagiato; terzo livello di precedenza ai sintomatici che risultano positivi all’antigenico rapido (e sono già in isolamento in base alle norme tedesche sul distanziamento).
Anche le farmacie del territorio hanno le loro proposte. Per Thomas Preis, presidente dell’Associazione dei farmacisti della Renania settentrionale, bisognerebbe considerare la positività al tampone antigenico rapido come condizione per far scattare la quarantena e la successiva negatività come guarigione. «La maggior parte degli antigenici che danno esito positivo» osserva «sono poi confermati dal molecolare».
Poiché in Germania basta un breve corso di formazione per mettersi a fare tamponi rapidi (anche in una struttura temporanea messa in piedi da privati, purché autorizzata), Preis raccomanda che soltanto a farmacisti e medici sia consentito effettuare gli antigenici “sostitutivi” del molecolare. Alle farmacie, poi, potrebbe essere consentito di proporre il test molecolare con analisi nel laboratorio stesso della farmacia, ma considerato l’investimento necessario per il materiale (fino a 10mila euro) sarebbe prima necessario incrementare il compenso riconosciuto dallo Stato per questi test, pari attualmente a 30 euro.