In dieci anni, dal 2022 al 2032, gli individui vaccinati contro l’influenza stagionale nei sette principali mercati nazionali (Usa, Francia, Germania, Italia, Spagna, Uk e Giappone) cresceranno da 270 a 284 milioni, per un tasso annuo s’incremento dello 0,5%. È quanto prevede GlobalData, società di analisi e ricerche, in un rapporto diffuso nei giorni scorsi: in dieci anni, è la stima, gli Stati Uniti arriveranno a vaccinare oltre 171 milioni di persone, la quota più elevata tra i sette Paesi analizzati, la Spagna si fermerà a 11,6 milioni (la quota più bassa). Nei cinque Paesi Ue del gruppo i vaccinati saranno 78 milioni, in Italia 15,8 milioni per un tasso di crescita annuo dell’1,4%.
L’influenza stagionale, ricorda GlobalData, colpisce in tutte le fasce d’età ma i bambini piccoli e gli anziani sono i più vulnerabili, a causa di un sistema immunitario immaturo o indebolito dalle condizioni croniche sottostanti. «L’influenza stagionale è un virus respiratorio con sintomi simili al coivid-19, che rappresenta una sfida per una diagnosi e un trattamento accurati» commenta Bishal Bhandari, epidemiologo responsabile presso GlobalData «dovrebbero esserci maggiori misure pubbliche per incoraggiare la vaccinazione sia contro l’influenza sia contro il covid, soprattutto tra gli anziani e nella popolazione clinicamente vulnerabile».