Il 40% dei farmacisti inglesi è stato testimone di acquisti consistenti di farmaci da parte dei loro clienti per prevenire eventuali carenze da Brexit. Lo rivela un sondaggio condotto tra gennaio e marzo dalla rivista specializzata Chemist & Druggist mediante interviste online sul proprio sito. I risultati confermano indicazioni provenienti da altre indagini: secondo la ricerca promossa da una società di servizi di credito, il 17% dei consumatori inglesi sta facendo scorte di beni di prima necessità e di questi il 63% cita i farmaci.
Sembrano dunque aver avuto un impatto circoscritto le rassicurazioni diffuse nei giorni scorsi dal Department of Health, secondo le quali «il governo ha già predisposto piani per garantire una fornitura continua di medicinali ai pazienti dal momento la Gran Bretagna lascerà l’Ue. I pazienti non dovranno e non dovrebbero cercare di conservare altri medicinali a casa».
Il Dipartimento della Salute aveva chiesto a farmacisti e operatori sanitari di diffondere tali rassicurazioni tra gli assistiti, ma per ora sembra che non tutti si fidino. Secondo quanto riferiscono i farmacisti che hanno risposto al sondaggio di Chemist & Druggist, non tutti i cittadini fanno scorte ma sono in molti a chiedere informazioni su ciò che potrebbe succedere alle forniture dopo la Brexit, in particolare malati di diabete e altri pazienti cronici.