Allargare le competenze della farmacia del territorio, riconoscere il contributo che i servizi farmaceutici hanno fornito durante l’emergenza, definire nuovi modelli di assistenza imperniati su team multiprofessionali, aumentare gli investimenti in cure primarie. Sono le quattro “lezioni” che si possono trarre dalla pandemia secondo il Pgeu, che sull’argomento ha diffuso ieri un position paper rivolto ai politici europei e agli amministratori dei sistemi sanitari europei.
«La farmacia» scrive l’associazione «ha dimostrato il suo valore per i pazienti ed è pronta ad accrescere il proprio contributo nell’ambito di una collaborazione sostenibile con le altre professioni e figure dell’assistenza sanitaria».
Covid, osserva il Pgeu, ha avuto effetti devastanti per la salute pubblica e i sistemi sanitari hanno lottato duramente per assistere i pazienti. «Dobbiamo quindi fare tesoro dell’esperienza della pandemia per migliorare la preparazione dei servizi sanitari e la loro capacità di risposta alle sfide future».
Nella crisi, in particolare, la rete di prossimità delle farmacie ha svolto un ruolo fondamentale nel sostenere le comunità locali e garantire l’accesso a trattamenti e cure. I farmacisti del territorio hanno assicurato la loro presenza 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, anche nei lockdown. E in molte aree, soprattutto nelle zone rurali o bassa densità di popolazione, le farmacie sono rimaste l’unico servizio sanitario disponibile per le comunità locali.
Per tale ragione, il Pgeu rivolge ai governi europei la richiesta di rafforzare i sistemi sanitari perché possano rispondere in modo ancora più precoce alle esigenze dei pazienti. E raccomanda quattro interventi chiave diretti a rafforzare il servizio farmaceutico territoriale.