Il ministero della Salute portoghese sta lavorando a una disposizione che consentirà alle farmacie del territorio di prendere in carico alcune patologie di bassa complessità e trattarle direttamente, con prescrizione e dispensazione di farmaci soggetti a ricetta medica. Ad annunciarlo, martedì scorso (25 febbraio), il segretario di Stato per la Salute, Ana Povo, che ha assicurato che il provvedimento verrà redatto d’intesa con le associazioni professionali, Infarmed (l’Aifa portoghese) e la Direzione generale della salute.
L’uscita è stata accolta con favore dai rappresentanti delle farmacie portoghesi, che hanno garantito che i farmacisti lavoreranno sulla base di protocolli definiti e concordati. Secondo Ana Povo, tra le patologie che le farmacie potranno trattare direttamente ci saranno le infezioni del tratto urinario.
Contro il provvedimento invece si è schierato l’Ordine dei medici, che ha espresso la sua totale contrarietà alla misura. Secondo il presidente Carlos Cortes, la disposizione «costituisce un affronto inaccettabile alla sicurezza del paziente, alla qualità dell’assistenza sanitaria e al principio basilare della medicina: una valutazione clinica rigorosa e fondata, effettuata da un medico». La prescrizione dei farmaci, ha ribadito l’Ordine, è un atto medico che richiede una diagnosi accurata, una rigorosa valutazione clinica e un monitoraggio continuo del paziente. «I medici» conclude Cortes «sono debitamente qualificati e formati per prendere decisioni. Ogni prescrizione viene effettuata sulla base di evidenze scientifiche e delle migliori pratiche cliniche e non su criteri che non hanno nulla a che vedere con l’esclusivo benessere del paziente». Ana Povo è un medico universitario.