Ci sono anche i farmacisti tra il personale sanitario francese che, dal 15 settembre, rischierà la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione se non si sarà vaccinato contro covid. La disposizione, annunciata ieri dal presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, è ormai cosa fatta e riguarda il personale infermieristico e non infermieristico di ospedali, cliniche, case di cura e case di riposo, così come i liberi professionisti del servizio sanitario (tra i quali i farmacisti) e tutto il personale delle strutture sanitarie, compreso il personale amministrativo e i caregiver che assistono anziani fragili e disabili o intervengono a domicilio nell’ambito dei programmi di assistenza.
Dal 15 settembre scatteranno i controlli e toccherà ai datori di lavoro vigilare sull’ottemperanza all’obbligo vaccinale, ossia gli ospedali se il lavoratore è alle sue dipendenze o l’Agenzia sanitaria regionale (l’equivalente delle nostre Asl) se si tratta di un professionista convenzionato. I caregiver non vaccinati, ha avvertito il ministro della Salute, Olivier Véran, rischiano la sospensione del contratto di lavoro sino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale.
Secondo quanto riferisce il Quotidien du pharmacien, la disposizione sembra già fare effetto perché i centri vaccinali sono stati subissati di richiste. Doctolib, portale di prenotazioni online per vaccinazioni e altre prestazioni sanitarie, tra lunedì e ieri sarebbero stati registrati 1,3 milioni di nuovi appuntamenti per una seduta vaccinale.
Secondo il quotidiano Le Figaro, tuttavia, sarebbero parecchi anche i sanitari che non hanno accolto con favore il provvedimento del governo. Un’infermiera di un ospedale parigino, per esempio, ironizza sulle sanzioni: sono a corto di personale, ricorda, non possono fare a meno di noi. Un’altra infermiera, in servizio in una residenza sanitaria assistita, riconosce che farsi vaccinare è una scelta di responsabilità, ma proprio per questo l’obbligo rappresenta un segnale sgradevole. Un medico, invece, se la prende con le minacce lanciate dal governo nei confronti dei badanti: dopo tutto quello che hanno fatto da un anno a questa parte, osserva, sarebbe stato preferibile rivolgersi a loro con molto più tatto e sensibilità.