Una sentenza del Tribunale amministrativo d’appello della Sassonia potrebbe aprire le porte della Germania alle grandi catene di farmacia, anche se la proprietà rimarrebbe riservata ai farmacisti. Il caso esaminato dai giudici tedeschi riguarda due farmacisti titolari di Lipsia che hanno acquistato congiuntamente una farmacia attraverso una società collettiva (Ohg): la legge tedesca consente a un farmacista di essere titolare soltanto di un esercizio principale e tre filiali subordinate, ma i due hanno configurato la nuova sede come una filiale anche se ciascuno gestisce autonomamente la propria farmacia principale.
In primo grado i giudici amministrativi avevano bocciato la scelta dei due farmacisti, in appello invece il Tribunale si è espresso in senso favorevole: la disposizione della legge sul servizio farmaceutico (Apothekengesetz, Apog) che consente di gestire una farmacia come Ohg non distingue tra principale e filiale, quindi è ammissibile che una filiale venga diretta da una società in nome collettivo anche se la stessa società non dispone di una farmacia principale. Se ne deduce che nello specifico caso la responsabilità amministrativa ricade su tre soggetti: i due farmacisti come titolari di una sede principale e la società come ente di gestione della filiale.
Secondo quanto riporta la rivista Apotheke Adhoc, per i due farmacisti la sentenza rappresenta un precedente di grande rilievo per la sostenibilità prospettica delle farmacie tedesche: a fronte dei tagli alla spesa farmaceutica pubblica e delle chiusure che continuano a falcidiare la rete delle farmacie, la possibilità che più farmacisti collaborino per acquisire filiali può rappresentare un’ancora di salvezza.