In Inghilterra la crisi delle farmacie continua a tenere banco. Secondo una stima lanciata ieri dalla National pharmacy association, nel 2024 il numero delle sedi che chiuderanno aumenterà di oltre il 50% rispetto all’anno scorso, per una cifra che non ha precedenti nella storia del servizio farmaceutico britannico. Invitano a tale previsione i dati del Nhs relativi al primo quadrimestre: tra gennaio e aprile hanno chiuso i battenti 177 farmacie, oltre 60 in più rispetto rispetto alle 116 dello stesso periodo del 2023. «In sostanza» ha osservato la Npa «ogni settimana chiudono 10 esercizi».
La colpa di questi tassi di chiusure, spiega l’associazione sindacale, è sempre «dell’aumento dei costi e del calo dei finanziamenti pubblici, il cui valore in termini reali è calato del 40% nell’ultimo decennio». Senza una vera inversione di tendenza negli stanziamenti, ha detto ancora la Npa, «le farmacie dovranno chiudere definitivamente i battenti, perché hanno sempre meno opzioni disponibili per sopravvivere».
L’invito rivolto al governo, dunque, è quello di mettere sul tavolo una nuova convenzione che riconosca alle farmacie il 2,5% del finanziamento complessivo del Nhs anziché l’attuale 1,6%, « stabilizzi la rete e fermi le chiusure».
«Le farmacie del territorio» ha detto Paul Rees, amministratore delegato dell’Npa «si trovano ad affrontare una tempesta perfetta, caratterizzata da finanziamenti pubblici in costante calo e da alti livelli di inflazione, che stanno aumentando i costi della distribuzione». L’unica scelta che viene oggi lasciata alle farmacie, ha continuato, «è se chiudere i battenti o ridurre drasticamente il servizio che offrono alle comunità locali, rendendo più difficile per milioni di persone ottenere consigli e farmaci essenziali».
La nuova convenzione, inclusa la remunerazione delle farmacie, avrebbe dovuto arrivare per fine marzo, ma i negoziati stanno procedendo a rilento e ancora non ci sono indicazioni su quando si potrà arrivare a un’intesa.