I pazienti dovrebbero essere incoraggiati a riportare in farmacia gli inalatori usati o scaduti perché siano smaltiti correttamente. È uno dei progetti-chiave inseriti dal Nhs inglese nel Green plan guidance 2025/2026 per la sostenibilità ambientale secondo quanto riporta un articolo del Pharmaceutical Journal.
La versione aggiornata del documento fornisce alle aziende sanitarie e ai “Trust” (le unità organizzative del Nhs) le indicazioni per rispettare l’impegno di procedere a tappe triennali verso l’azzeramento delle emissioni nette. Dal primo trimestre dell’anno fiscale 2025/2026, in particolare, verranno tracciate le emissioni attribuibili al consumo di inalatori, grazie anche all’introduzione di un nuovo parametro nel Greener Nhs Dashboard, il pannello di monitoraggio delle iniziative di sostenibilità del servizio sanitario britannico).
L’obiettivo, spiega il Pharmaceutical Jurnal, è «garantire che ogni organizzazione sanitaria contribuisca al raggiungimento di emissioni nette pari a zero». Tra il 2022/2023 e il 2024/2025 sono stati compiuti progressi significativi tale l’obiettivo, grazie alla preferenza per terapie con farmaci respiratori di alta qualità e a basso impatto ambientale. Questo ha permesso di migliorare la salute polmonare dei pazienti e di ridurre le emissioni legate allo smaltimento degli inalatori di circa 300 kilotonnellate di Co2 all’anno.
Nel 2020 Nhs England si è data l’obiettivo di diventare un servizio sanitario a emissioni zero entro il 2040 per le emissioni direttamente controllate, e di raggiungere il “net zero” entro il 2045 per le emissioni indirette, ovvero quelle che non può controllare direttamente.
«Riportare in farmacia gli inalatori usati o scaduti è un’azione semplicissima per ridurre l’ulteriore rilascio di gas serra nell’atmosfera» dichiara Minna Eii, presidente della sezione Sostenibilità della Guild of Healthcare Pharmacists (l’associazione dei farmacisti ospedalieri del Regno Unito) «tuttavia, i sondaggi condotti negli ultimi anni nel Regno Unito dimostrano che molti pazienti e caregiver non sono ancora a conoscenza di questa necessità. Il riciclo degli inalatori e il loro incenerimento sono processi ad alto impatto di carbonio; quindi, questa iniziativa non porta direttamente a emissioni zero, ma riduce il rilascio di gas serra dannosi per il riscaldamento globale».
Anche Tase Oputu, presidente dell’English Pharmacy Board della Royal Pharmaceutical Society (l’ordine dei farmacisti britannici), ha accolto positivamente il documento, sottolineando che «rafforza l’impegno per la sostenibilità nell’assistenza sanitaria e fornisce ai trust un quadro chiaro per aggiornare i loro piani ambientali».
Oputu ha aggiunto che «incoraggiare i pazienti a restituire gli inalatori usati mette in evidenza il ruolo chiave delle farmacie nella sostenibilità, riducendo gli sprechi e offrendo opportunità per migliorare la tecnica inalatoria dei pazienti, evitando prescrizioni inutili».
Nel 2025, la Royal Pharmaceutical Society lancerà il Greener pharmacy toolkit, strumento per una farmacia più sostenibile che aiuterà i farmacisti a integrare pratiche ecocompatibili. Saranno inclusi calcolatori di carbonio per misurare e ridurre l’impronta ambientale lungo tutto il ciclo di vita dei farmaci, dalla fornitura all’uso e allo smaltimento. «Lavorando insieme, possiamo ridurre le emissioni, minimizzare gli sprechi farmaceutici e migliorare la sostenibilità del sistema sanitario», ha concluso Oputu.