Nel Regno Unito la carenza di personale resta così alta che i farmacisti possono trovare un nuovo posto prima ancora di avere perso il precedente. È storia di questi giorni: la catena britannica Lloydspharmacy, ceduta a novembre da McKesson a un fondo d’investimenti, ha annunciato la settimana scorsa la dismissione di 237 farmacie, acquisite nel 2015 dall’insegna della gdo Sainsbury’s.
La decisione, spiega una nota, discende da «una revisione strategica delle operazioni in risposta alle mutate condizioni di mercato», ossia i protratti tagli ai finanziamenti della sanità pubblica. Non è ancora chiaro se le farmacie verranno chiuse o vendute, ma intanto Boots si è fatta subito avanti per accogliere i farmacisti (e non) che rischiano di perdere il loro posto di lavoro.
In una dichiarazione diffusa ieri, infatti, la catena che fa capo a Wba ha annunciato di avere in programma più di 1.500 assunzioni a livello nazionale per tutti i profili della farmacia. «La notizia della chiusura delle filiali Lloydspharmacy all’interno dei negozi Sainsbury’s» ha affermato Sebastian James, amministratore delegato di Boots Uk «avrà senza dubbio un impatto su molti farmacisti di talento, così come sui loro pazienti. Abbiamo molti ruoli disponibili presso Boots e accogliamo con favore le candidature dei dipendenti di Lloydspharmacy interessati dalle chiusure».
Anche un’altra catena, Well Pharmacy, si è fatta velocemente avanti. L’amministratore delegato, Seb Hobbs, ha dichiarato ieri di avere accolto con dispiacere la notizia che «Lloydspharmacy lascerà molti dei suoi dipendenti a un futuro incerto. Molti professionisti dovranno trovare una nuova occupazione, ma le 760 farmacie di Well hanno «molti ruoli disponibili per il personale interessato dalle chiusure».