Mentre in Italia i farmacisti titolari ancora non sanno quando avranno le 250mila dosi di vaccino antinfluenzale promesse dalle Regioni né come (attraverso il normale percorso produttore-distributore o in dpc, ancora non si sa), al di là delle Alpi i loro colleghi francesi stanno cominciando a ricevere le prime forniture in vista dell’inizio della campagna influenzale, al via dal 13 ottobre. Ammontano a 2,4 milioni i transalpini che l’anno scorso si sono fatti vaccinare in farmacia (700mila in più rispetto alla stagione precedente) e l’obiettivo dei sindacati di categoria è migliorare ancora.
Non sarà facile però, perché il Governo francese è riuscito ad assicurarsi per la campagna entrante 15 milioni di dosi di antinfluenzale, solo cinque in più rispetto ai consumi dell’anno passato. Per tale motivo i due sindacati dei titolari – Uspo e Fspf – hanno chiesto alle autorità sanitarie massima chiarezza negli obiettivi vaccinali. Qualche giorno fa, la direzione generale del ministero della Sanità aveva raccomandato che nella somministrazione si desse la precedenza alle fasce a rischio. Pochi giorni prima, però, un “manifesto” sottoscritto da 75 deputati dell’assemblea nazionale aveva lanciato ai francesi un invito perché si vaccinassero in massa contro l’influenza. I numeri però non tornano: a fronte di una disponobilità complessiva di 15 milioni di dosi, le categorie a rischio sommano da sole più di 20 milioni di individui.
Per le farmacie francesi, così, si pone un gravoso dilemma: allo stato attuale delle cose, commenta il presidente della Fspf, Philippe Besset, sul Quotidien du pharmacien, dal 13 ottobre i farmacisti non potranno far altro che dispensare e somministrare a tutti. A meno che il Governo non recepisca le raccomandazioni delel autorità sanitarie e non dia disposizioni perché i vaccini vengano riservati in via