Sono 300mila le firme raccolte finora dalla Npa (National pharmacy association) a sostegno della sua petizione che chiede al governo compensi più alti per i servizi forniti dalle farmacie. L’iniziativa scaturisce dalla crisi sempre più profonda che da tempo colpisce il settore: i fondi che il Nhs dedica al servizio farmaceutico inglese sono stati tagliati di quasi il 40% dal 2015 e le stime dicono che a causa delle continue chiusure entro la fine di settembre il totale delle farmacie in attività dovrebbe scendere scendere per la prima volta dal 2005 sotto la soglia delle 10mila.
Per fermare il rapido declino, è la richiesta che la Npa sostiene con la petizione, occorre che il Servizio sanitario nazionale finanzi integralmente i servizi nell’ambito del programma Pharmacy First, che delega alle farmacie il trattamento di prima istanza delle patologie minori.
La petizione, riferisce la stampa, dovrebbe essere consegnata al nuovo primo ministro britannico Keir Starmer e al suo ministro della Sanità Wes Streeting il 19 settembre. Per questa stessa giornata è anche prevista la replica della protesta lanciata dalel farmacie inglesi il 20 giugno scorso, quando oltre seimila esercizi hanno lasciato al buio vetrine e negozi e i farmacisti al banco si sono vestiti a lutto.
Nel 2023, ha calcolato la Cca (Company chemists’ association), sono 432 le farmacie inglesi che hanno dovuto chiudere, in media circa otto a settimana, mentre un sondaggio pubblicato il 25 agosto dalla Cpe (Community pharmacy England) ha rivelato che circa il 65 per cento delle farmacie inglesi è in perdita. Sulla base dei dati attuali, riferisce la rivista Chemist&Druggist, nel 2025 potrebbe chiudere una farmacia su sei.