I farmacisti inglesi non hanno approfittato del servizio Cpcs (Community pharmacist consultation service, che dirotta sulle farmacie gli assistiti con piccole urgenze sgravando ospedali e studi medici) per incrementare le vendite di farmaci. E’ quanto dimostrano i dati riportati ieri da un articolo del Pharmaceutical Journal, relativi ai primi cinque mesi di attività (novembre 2020-aprile 2021) della fase a regime dopo un anno di sperimentazione: soltanto in un caso su cinque l’assistito inviato sotto l’egida del servizio ha comprato un farmaco.
Nel periodo considerato, dicono le rilevazioni del Nhs, le farmacie aderenti hanno dato assistenza a poco meno di settemila pazienti: 2.119 hanno beneficiato soltanto di una consulenza, 1.407 hanno ricevuto consiglio e hanno acquistato un farmaco su indicazione del farmacista, 938 sono stati indirizzati a una struttura locale del servizio sanitario, 120 sono stati indirizzati a un’altra farmacia dov’era disponibile il servizio di assistenza per i piccoli disturbi.
Nell’ambito del Cpcs, ricorda la rivista, le farmacie inglesi ricevono 14 sterline (circa 16,70 euro) per ogni consulenza “completata”, cioè conclusa con una consulenza personale, la vendita di un farmaco otc o il rinvio del paziente ad altre strutture o professionisti. «Questi dati» ha commentato Gareth Jones, direttore degli Affari aziendali della National pharmacy association «dimostrano ancora una volta il valore della farmacia come parte del sistema territoriale delle cure primarie. Accrescere il ricorso al servizio Cpcs è uno dei modi più immediati e tangibili per alleviare la pressione sui nostri colleghi della medicina generale e sull’intero sistema sanitario».
In Scozia le farmacie sono coinvolte nel servizio “Pharmacy First”, che fa dei farmacisti il primo filtro per consulenze, cure e assistenza ai pazienti con piccole urgenze. In tale ambito, e a determinate condizioni le farmacie possono dispensare anche farmaci con obbligo di ricetta senza che l’assistito debba passare dal medico. Il servizio sanitario inglese (nel Regno Unito ogni nazione ha il suo Nhs) sta valutando ‘adozione dello stesso protocollo anche per le sue farmacie.