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Uk, il nuovo contratto preoccupa: fondi al lumicino e Mur cancellato

6 Settembre 2019

Preoccupa il nuovo contratto quinquennale delle farmacie inglesi che servizio sanitario e Psnc (Pharmaceutical services negotiating committee, il comitato sindacale cui spetta negoziare i rinnovi convenzionali) hanno firmato prima delle vacanze. Innanzitutto per ciò che promette dal punto di vista economico: il finanziamento complessivo per il servizio farmaceutico rimane fermo a poco meno di 2,6 miliardi di sterline all’anno, per un totale sul quinquennio di 13 miliardi. Si tratta, in sostanza, della stessa cifra già stanziata nel 2018, dopo i tagli al budget impartiti dal governo biennio precedente. In più, il nuovo contratto non definisce i criteri con cui il fondo verrà ripartito tra le farmacie, ma lascia tale onere a una ulteriore negoziazione tra le parti che verrà ripetuta annualmente.

Quest’ultima novità, secondo quanto riferisce la rivista Chemist&Druggist in un articolo dedicato al nuovo contratto, scaturirebbe dai programmi pluriennali del Nhs (il servizio sanitario inglese), che puntano a spostare progressivamente la remunerazione delle farmacie dalla dispensazione dei medicinali all’erogazione di nuovi servizi. L’obiettivo, in sostanza, è di aggiornare il tariffario di compensi e incentivi per adeguarlo ai nuovi obiettivi strategici del sistema sanitario pubblico. Così, per esempio, il fondo per l’indennità di residenza scenderà dai 164 milioni di sterline del 2018-19 ai 123 del 2019-20, per poi sparire del tutto dal 2021-22.

Stesso destino per il Mur (Medicine use review), il servizio di consulenza in farmacia per l’aderenza terapeutica: il programma non verrà più finanziato dall’aprile 2021, perché il Nhs «non ritiene che offra un buon rapporto qualità-prezzo». Al posto del Mur, spiega Chemist&Druggist, sarà varato un nuovo servizio di verifica delle terapie «clinicamente più efficace per i pazienti», affidato non ai farmacisti del territorio ma ai “clinical pharmacist” (farmacisti ospedalieri) che lavorano nelle medicine di gruppo delle cure primarie.

Il cambio, il contratto promette alle farmacie del territorio nuovi servizi, la cui remunerazione però verrà stabilita nelle negoziazioni annuali. Tra questi un programma per la riconciliazione dei farmaci (cioè l’aggiornamento periodico delle terapie prescritte) e nuovi servizi clinici da definire in corso d’opera, ai quali verrà riservato un finanziamento crescente (dai 69 milioni di sterline del 2019-2020 ai 245 del 2021-2022).

A preoccupare, dunque, è la flessibilità cui sembra invitare il nuovo contratto. Per il Psnc le catene dovranno «adattarsi» e considerare l’eventualità di «chiudere o accorpare esercizi», perché è evidente che le nuove regole comporteranno «cambiamenti significativi» per le farmacie del territorio. In compenso, ha sottolineato il Psnc, «ci saranno opportunità importanti per chi saprà adattarsi».

Non tutti però si sentono consolati: in un intervento pubblicato su Chemist&Druggist, la farmacista Laura Buckley paventa un’ondata di chiusure nell’imminente futuro, con pesanti effetti a cascata sull’occupazione. Nel 2016, ha ricordato Buckley, il governo ventilò che i tagli a venire sul finanziamento del servizio avrebbero portato alla sparizione di circa 3mila farmacie. «A quanto pare» conclude la farmacista «l’obiettivo sta per essere raggiunto».

Non ha rasserenato gli animi neanche la comunicazione con cui qualche giorno fa il Nhs ha annunciato che a breve le farmacie inglesi offriranno un servizio di diagnosi precoce diretto a individuare le persone a rischio per alcune patologie come l’ipertensione. La nota, raccolta da diversi quotidiani nazionali, è stata raccolta e rilanciata su Twitter dal segretario alla Salute Matt Hancock, il quale ha affermato che «dal prossimo mese, le farmacie offriranno controlli in loco gratuiti sulla salute del cuore per migliorare la diagnosi precoce di infarti e ictus». In realtà, come scrive Chemist&Druggist citando il Psnc, il servizio è ancora nella fase progettuale e nel caso ottenesse il via libera non partirebbe prima del 2021-22, con un finanziamento ricavato dal fondo del nuovo contratto nazionale.