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Inghilterra, in un anno iniettati nelle farmacie 22 milioni di vaccini covid

17 Gennaio 2022

In circa un anno, le farmacie inglesi hanno somministrato 22 milioni di vaccini contro covid, quasi il 20% delle dosi inoculate globalmente dall’inizio della campagna e un terzo circa delle dosi di richiamo. Era il 14 gennaio 2021 quando le prime sei farmacie autorizzate hanno cominciato a vaccinare, in pochi mesi sono diventati 1.500 gli hub gestiti dai farmacisti del territorio in tutta l’Inghilterra. La partecipazione degli esercizi farmaceutici alla campagna vaccinale, ha detto Mark Lyonette, amministratore delegato della National Pharmacy Association, ha prodotto un «risultato sbalorditivo: il settore ha dato un contributo eccezionale ed è orgoglioso di aver partecipato a questo straordinario sforzo del servizio sanitario».

«Le farmacie del territorio hanno lavorato duramente per organizzare i siti vaccinali, superando gli ostacoli posti dalla logistica, dal personale e dalla sicurezza» ha detto Alastair Buxton, direttore per i servizi sanitari presso il Pharmaceutical services negotiating committee «sosteniamo il ruolo della farmacia in qualsiasi programma in corso, indicando i risultati della campagna come una solida prova del valore della rete».

C’è invece una certa insofferenza per la lentezza con cui il servizio sanitario sta esaminando le domande presentate dalle farmacie per il nuovo reclutamento: il 5 gennaio la responsabile del Governo per la campagna vaccinale, Maggie Throup, aveva dichiarato alla Camera dei comuni che Nhs England avrebbe arruolato un nuovo contingente di farmacie per coprire le aree dove attualmente scarseggia l’offerta di vaccini per le somministrazioni di richiamo. Tuttavia, alcune fonti hanno rivelato che finora soltanto una domanda su tre è stata accettata, a causa di ritardi che le organizzazioni di categoria hanno definito «scandalosi». «Le domande delle farmacie dovrebbero essere esaminate con la massima rapidità» ha detto ancora Lyonette «lo impongono le necessità del momento e la necessità di formare le farmacie perché l’attività vaccinale divenga un servizio stabile e duraturo».