Grazie al Discharge medicines service (Dms), le farmacie inglesi hanno fatto risparmiare al servizio sanitario oltre 17mila giorni di degenza nell’arco di appena tre mesi. Lo ha rivelato l’altro ieri Lisa Simpson, vicedirettore di Nhs England per l’assistenza farmaceutica, intervenendo a una conferenza della National pharmacy association: sotto l’egida del Discharge medicines service, l’ospedale indirizza i pazienti in uscita al farmacista del territorio, che raffronta i medicinali prescritti alla dimissione con quelli in uso prima del ricovero per la riconciliazione. «Dall’avvio del servizio, nel febbraio scorso, a oggi» ha detto Simpson «circa un quinto delle farmacie inglesi è stata segnalata dalle strutture ospedaliere per il Dms» Al momento, ha continuato la dirigente, non sono disponibili dati sul numero delle aziende sanitarie che hanno indirizzato i pazienti alle farmacie, ma è stato calcolato che tra marzo e maggio circa 13.265 pazienti sono stati presi in carico per il Dms da 2.522 farmacie del territorio.
Le elaborazioni del Nhs, inoltre, dicono che nello stesso periodo il servizio ha contribuito a prevenire 1.326 ricoveri e 17.238 giorni di degenza per problemi originati dai trattamenti farmaceutici. «I numeri» ha commentato Simpson «dimostrano che le farmacie stanno contribuendo fattivamente a rendere l’assistenza più sicura».
Per questa ragione, come riferisce un articolo del Pharmaceutical Journal, il Nhs sta valutando l’ipotesi di coinvolgere le farmacie del territorio anche in un altro servizio di consulenza, il cosiddetto Structured medication review (Smr): simile per contenuti al Mur, che nell’ultimo contratto con le farmacie non è più finanziato, il Smr dovrebbe essere assicurato dai farmacisti clinici (ospedalieri) nell’ambito dei Primary care network, le reti dei medici di medicina generale. Tuttavia, ha osservato Simpson, «se la sua formazione clinica lo consente, il farmacista del territorio potrebbe assicurare il Smr in collegamento con i network in attività nella sua area». Come ricorda il Pharmaceutical Journal, lo stesso concetto era stato affermato poco tempo fa in un rapporto del Community pharmacy workforce development group, dove si scriveva che «le farmacie del territorio sono nella posizione ideale per assicurare il servizio, anche se questo potrebbe richiedere modifiche alle attuali procedure di finanziamento».