Tra gli inglesi che, prima della pandemia, non si sarebbero mai rivolti a una farmacia per un consulto prima di andare dal medico curante o al pronto soccorso, quasi uno su tre (31%) ammette che ora probabilmente lo farebbe. E l’86% conviene che generalista e ospedale dovrebbero essere chiamati soltanto quando è davvero necessario. Sono alcune delle evidenze che arrivano dal sondaggio commissionato dalla Pagb, l’associazione dei produttori di otc di marca, e condotto su un campione di 2.035 persone.
Nell’insieme, i dati suggeriscono che covid ha responsabilizzato agli assistiti su un uso appropriato delle risorse sanitarie, ma è molto probabile che dietro ad alcune affermazioni sui nuovi comportamenti da tenere ci sia anche la velata preoccupazione di ridurre le probabilità di contagio.
Il 69% degli intervistati, per esempio, dice di essere ora più propenso a considerare l’automedicazione come la prima opzione da considerare, il 32% affermato che la pandemia ha cambiato il loro approccio ai servizi del Nhs, la sanità pubblica inglese. «Se ognuna delle persone che ha promesso da qui in avanti di rivolgersi prima all’autocura e solo dopo al mmg o al pronto soccorso manterrà l’impegno» ha dichiarato Michelle Riddalls, amministratore delegato della Pagb «il potenziale risparmio per il servizio sanitario potrebbe superare i 780 milioni di sterline all’anno».
Per Deborah Evans, della Royal Pharmaceutical Society (l’equivalente inglese dell’ordine dei farmacisti), il sondaggio suggerisce che «c’è spazio per intervenire sui comportamenti delle persone e fare un uso più efficace delle competenze dei farmacisti». Il sondaggio della Pagb, ricorda in un articolo il Pharmaceutical Journal, arriva dopo che un’altra indagine demoscopica, condotta dalla National Pharmacy Association (il sindacato dei proprietari di farmacia) aveva rivelato che per l’89% degli inglesi i farmacisti sono centrali nella gestione della pandemia da covid-19 .
«È incoraggiante scoprire da questi sondaggi che il pubblico sta apprezzando il supporto delle farmacie locali» ha commentato Alastair Buxton, direttore dei servizi Nhs per il Psnc, l’ente che negozia i rinnovi contrattuali con il Nhs per conto dei proprietari di farmacia «da tempo sosteniamo che il primo punto d’ingresso ai servizi sanitari debba essere la farmacia. E sebbene sia un peccato che questa maturazione avvenga in concomitanza con una pandemia, lo riteniamo un progresso importante per rafforzare il ruolo della farmacia nel Nhs».