Secondo la Company chemists’ association (Cca, l’associazione inglese che rappresenta le grandi insegne della farmacia fisia e digitale, come Boots, Rowlands e Pharmacy2U), quasi un terzo delle consultazioni Pharmacy First effettuate nel primo mese dalla partenza del servizio sono state erogate nelle zone più deprivate dell’Inghilterra. A riferirlo un articolo del Pharmaceutical Journal che cita dati della Cca diffusi l’altro ieri: tra il 31 gennaio e il 3 marzo 2024, le tremila farmacie delle insegne affiliate che partecipano a Pharmacy First (il programma che delega interamente ai farmacisti del territorio il trattamento di sette patologie di bassa complessità, tra le quali infezioni del tratto urinario, otiti, sinusiti e mal di gola) hanno assicurato nell’ambito del servizio 48.195 consultazioni. Di queste, il 30% ha riguardato assistiti residenti nel 20% dei comuni con l’indice di deprivazione più elevato. Solo il 12% degli interventi, invece, è stato rivolto ad abitanti del 20% dei comuni meno disagiati.
Quasi un terzo (29%) delle consultazioni, dicono ancora i dati, è stato fornito al di fuori dell’orario lavorativo standard, ovvero dalle 9 alle 18 dal lunedì al venerdì, mentre il 29% delle consultazioni fuori orario è stato fornito nelle zone più indigenti. Circa un terzo delle consultazioni (31%) ha riguardato sintomi o problemi da infezioni del cavo orale (mal di gola), quindi infezioni del tratto urinario (27%) e otite acuta (16%).
«Il livello di adesione dei pazienti al servizio» ha dichiarato in una nota la Cca «è senza precedenti» ed è opportuno che il programma vada allargato. «I pazienti» ha osservato ancora l’associazione «accedono durante l’intera settimana, anche al di fuori del tipico orario di lavoro e nei fine settimana. Ciò conferma quello che diciamo da tempo, e cioè che i servizi del Nhs contrattati a livello nazionale attraverso la rete delle farmacie vanno a vantaggio di coloro che hanno maggiormente bisogno di accedere alle cure».
«Non siamo sorpresi di vedere che il ricorso al servizio è maggiore nelle comunità svantaggiate» ha commentato Rachel Power, amministratore delegato dell’associazione benefica indipendente Patients Association «le persone che vivono in aree colpite da deprivazione spesso hanno bisogni sanitari più elevati ma scontano anche un’accessibilità ridotta all’assistenza sanitaria. Ciò può portare i pazienti a cercare cure nei reparti di pronto soccorso, il che non è sempre appropriato per loro. Le farmacie del territorio, invece, sono accessibili e il personale fa spesso parte della comunità locale».