Nell’anno fiscale 2023/2024 hanno chiuso in Inghilterra 432 farmacie, in media oltre otto esercizi alla settimana. A rivelarlo un report della Cca (Company chemists’ association), il sindacato delle grandi catene di farmacia: dal 2015 a oggi, ricorda l’associazione in una nota, i finanziamenti pubblici per il servizio farmaceutico sono calati in termini reali del 30% e hanno determinato nel complesso la perdita di 1.180 farmacie.
«Sappiamo da tempo che il settore è sull’orlo del collasso» ha commentato Janet Morrison, amministratore delegato di Community pharmacy England (Cpe, il comitato che rappresenta le farmacie nelel negoziazioni con il servizio sanitario) «l’analisi della Cca conferma questa amara realtà. Anni di pressioni finanziarie e operative continuano a pesare sul settore e spingono le imprese al limite delle loro possibilità. Abbiamo già visto farmacie in tutto il Paese costrette a chiudere temporaneamente, riducendo gli orari di apertura dove possono o chiudendo filiali. Il messaggio al governo e al servizio sanitario nazionale rimane chiaro: se non si inverte questa politica, e rapidamente, l’impatto sulle attività farmaceutiche sarà catastrofico e i servizi vitali ai pazienti diventeranno sempre più difficili da sostenere».
Con l’avvio da febbraio di Pharmacy First, il servizio che delega alle farmacie del territorio la presa in carico di sette patologie di ridotta complessità, il governo ha messo sul piatto risorse aggiuntive per 645 milioni di sterline, che potrebbero portare qualche sollievo al settore. Ma, ha concluso Morrison, «abbiamo già detto con chiarezza che ciò non è sufficiente per ridurre la pressione che grava sulle farmacie e servono con urgenza investimenti maggiori e sostenuti. La redditività delle attività farmaceutiche rimarrà al centro delle nostre discussioni con il governo e il servizio sanitario nazionale».