Verrà finanziato per altri sei mesi, fino al marzo del prossimo anno, il servizio sperimentale per l’erogazione dei farmaci in regime di urgenza che consente alle farmacie inglesi di dispensare medicinali con obbligo di prescrizione anche in assenza della ricetta. A confermarlo, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, il ministro per il servizio farmaceutico Steve Brine: il servizio, chiamato Numsas (Nhs urgent medicine supply advanced service) collega le 4mila farmacie che partecipano alla sperimentazione al numero verde 111 del servizio sanitario, cui gli assistiti possono rivolgersi per ogni genere di emergenza medica.
L’ingresso delle farmacie nel servizio dovrebbe servire a distogliere progressivamente dai pronto soccorso i pazienti che hanno bisogno di un farmaco urgente, e i dati dicono che la cosa funziona: ad aprile, è stato dirottato alle farmacie il 2,5% di tutte le telefonate giunte al 111; prima che fosse varato il Numsas, dal dicembre 2016, tale quota era inferiore all’1%. Senza tale servizio, dice un’altra rilevazione, il 20% circa delle persone che l’anno scorso hanno fatto ricorso al servizio si sarebbe rivolto al pronto soccorso di un ospedale.
Le farmacie che aderiscono al Numsas si impegnano a una serie di doveri professionali elencati contrattualmente: il farmacista, tramite colloquio telefonico oppure diretto, deve valutare la natura dell’urgenza e i contenuti della richiesta (la dispensazione senza ricetta non è consentita per alcuni farmaci con obbligo di prescrizione); anche quando acconsente alla fornitura, è comunque tenuto a ricordare al paziente quali misure lo possono aiutare a non trovarsi più nella stessa emergenza in futuro e a farsi ripetere le ricette per tempo dal proprio medico; infine, a ogni dispensazione va compilato un questionario da inviare al servizio sanitario. La remunerazione del Numsas è assicurata da fondi provenienti dal finanziamento del Nhs per il servizio farmaceutico, rinnovati semestralmente sulla base dei risparmi che assicura.