Secondo un sondaggio del Cpe (Community pharmacy England, il comitato che rappresenta le farmacie nei negoziati con il Nhs) condotto su duemila farmacisti e seimila farmacia del territorio, nell’ultimo anno l’indisponibilità di farmaci è ulteriormente peggiorata e ormai il fenomeno colpisce a cadenza almeno settimanale il 99% delle farmacie, mentre il 72% afferma di registrare più casi in un giorno. Sempre secondo la ricerca, il 94% dei titolari di farmacia afferma che rispetto all’anno scorso il loro personale deve spendere ancora più tempo per la ricerca dei medicinali; per l’84%, addirittura, mai prima si era dovuto dedicare così tanto tempo.
Secondo gli autori del rapporto, le carenze registrate in questa prima parte del 2024 hanno «i medicinali utilizzati per il trattamento del diabete, dell’Adhd e dell’epilessia», mentre nel 2023 i problemi riguardavano principalmente «i farmaci per la terapia ormonale sostitutiva, adrenalina e antibiotici».
Fin McCaul, amministratore delegato della Prestwich Pharmacy di Manchester, ha dichiarato al Pharmaceutical Journal che le carenze attuali sono «le più prolungate che abbia mai sperimentato e rappresentano un problema costante. In passato, le carenze erano limitate a una molecola, ma ora cambiano da prodotto a prodotto in ogni area, dalla cardiologia e diabete ai medicinali per l’apparato respiratorio, il dolore, l’Adhd, la salute mentale».
I problemi, ha detto dal canto suo Janet Morrison, amministratore delegato di Cpe, sono «oltre la soglia critica, dovrebbero suonare come un campanello d’allarme per chiunque sia interessato a proteggere la salute e il benessere delle comunità locali e dei cittadini».
Rispondendo ai risultati del sondaggio William Pett, responsabile della politica e della ricerca presso Healthwatch England, associazione per la tutela dei pazienti, ha chiesto «una revisione della catena di fornitura dei medicinali per garantire sicurezza e resilienza. Al personale delle farmacie, inoltre, va consentito di cambiare i medicinali prescritti d’intesa con i pazienti».
Un portavoce del Dipartimento della sanità e assistenza sociale, invece, ha ricordato che «ci sono circa 14mila medicinali autorizzati e la stragrande maggioranza risulta disponobile. I problemi di approvvigionamento possono sorgere per una vasta gamma di ragioni e non sono specifici del Regno Unito. Per fortuna, la maggior parte delle carenze può essere gestita con un impatto minimo sui pazienti».