Aumentano, in Inghilterra, i pazienti che chiedono al farmacista se è possibile rinunciare ad alcuni dei farmaci prescritti dal medico perché non possono permettersi di pagare il ticket sulla ricetta. È quanto rivela un sondaggio condotto dalla Royal pharmaceutical society tra novembre e dicembre tra i propri iscritti: un farmacista su due ha riferito di avere osservato un incremento degli assistiti che per motivi economici vorrebbero “tagliare” una parte dei medicinali prescritti; un’altra metà ha osservato un aumento delle persone che rinunciano a ritirare la ricetta e due su tre hanno ammesso che sempre più pazienti chiedono se al posto del farmaco etico è disponibile un prodotto da banco più economico.
A riportare i risultati del sondaggio un articolo del Pharmaceutical Journal, che ricorda il valore del ticket nel Regno Unito: in Inghilterra ammonta a 9,35 sterline per ogni farmaco prescritto (circa 10,60 euro), in Scozia, Galles e Irlanda del Nord la dispensazione è gratuita.
«La compartecipazione sulla ricetta è una tassa ingiusta sulla salute che svantaggia i lavoratori con redditi più bassi, che sono già alle prese con le bollette e il carovita» commenta Thorrun Govind, presidente del comitato farmaceutico della Royal pharmaceutical society «è urgente una revisione dei ticket in Inghilterra perché sia garantito l’accesso al farmaco alle persone con cronicità in questo momento di forte crisi».
La Royal pharmaceutical society fa parte della Prescription charges coalition, un’alleanza di 50 organizzazioni che chiedono al governo inglese di eliminare il ticket sulla ricetta a beneficio dei pazienti cronici o con patologie a lungo termine.